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Stare bene secondo la scienza

Piante in camera da letto: non è vero che sono un problema per la salute di chi dorme

Piante in camera da letto: non è vero che sono un problema per la salute di chi dorme
Un botanico fa chiarezza sui timori che il rilascio di anidride carbonica notturno possa creare danni alla salute di chi dorme. Attenzione, piuttosto, ai ristagni d'acqua in vasi e sottovasi
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Gli amanti delle piante d'appartamento possono stare tranquilli. Non c'è nulla di vero nel vecchio luogo comune secondo il quale le piante in camera da letto possono "rubarci" l'ossigeno di notte mentre dormiamo. Lo chiarisce una volta per tutte James Wong, celebre botanico e scrittore britannico sulle pagine della rivista New Scientist. Allo specialista delle piante si unisce anche l'autorevole parere di Mario Di Gioacchino, presidente Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), secondo cui è anche davvero "molto difficile che le piante da appartamento scatenino delle allergie". Per cui via libera al "verde", anche sul comodino vicino al letto.

Piante in camera e anidride carbonica di notte

"La vecchia convinzione che avere le piante in camera sia pericoloso è incentrata sull’affermazione che, mentre le piante assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno durante il giorno, di notte fanno il contrario, quindi competono con noi per l’aria che respiriamo mentre dormiamo", spiega Wong. In generale, l'accumulo di CO2 è un vero problema per la qualità dell'aria in casa e può avere un impatto importante sulla salute.

Tre elementi da considerare

"Quindi è facilmente comprensibile da dove provenga il timore", sottolinea Wong. Ma per stabilire se condividere la nostra camera da letto con le piante sia effettivamente un rischio per la salute, secondo il botanico, dobbiamo considerare tre cose. Innanzitutto, quanta CO2 emettono le piante di notte rispetto a quella che assorbono durante il giorno. "È difficile rispondere a questa domanda - spiega lo scienziato - poiché dipende da tutto, dalle specie ai livelli di luce e persino dalla temperatura dell'ambiente, e la ricerca sui parametri precisi in un ambiente interno è piuttosto scarsa. Per fortuna, nel 2015, i ricercatori dell'Università turca di Kastamonu hanno scoperto che le grandi piante d'appartamento come il ficus e la yucca, se sigillate in scatole di vetro, assorbono tra le sei e le otto volte la quantità di CO2 durante il giorno di quanto ne emettono durante la notte, creando una riduzione netta piuttosto consistente durante l'intero periodo di 24 ore". E l'impatto che hanno avuto sui livelli di CO2 durante la notte è praticamente trascurabile. Il ficus, ad esempio, ha creato un aumento di 351 parti per milione entro la mattina, che ha mantenuto i livelli nelle scatole ben entro il range considerato sicuro per la salute degli esseri umani.

Il respiro di un'altra persona emette più CO2 di una pianta

"In secondo luogo, dovremmo confrontare l’impatto notturno delle piante sulla qualità dell’aria con quello di altri potenziali concorrenti, ad esempio un partner", evidenzia Wong. "Un singolo respiro umano contiene circa 40.000 ppm di CO2, più di 10 volte l'effetto che una pianta potrebbe avere in 8 ore. Quindi - aggiunge - vorresti far fuori il tuo partner prima delle tue piante".

Le piante da interno emettono meno CO2

Infine, bisogna considerare che la fotosintesi delle piante da interno, tipicamente coltivate a livelli di luce molto inferiori rispetto al loro intervallo ideale nell'habitat naturale, avviene a un ritmo molto più basso, il che ne riduce ulteriormente l’impatto.

"Può sembrare ovvio: non viviamo nelle scatole ermeticamente chiuse in cui vengono condotti questi studi", dice Wong. "L'aria interna viene costantemente scambiata attraverso la ventilazione integrata, sotto porte e finestre, anche solo dagli esseri umani che si muovono nello spazio. Secondo uno studio recente - continua - sarebbero necessarie tra le 100 e le 1000 piante per metro quadrato di superficie per imitare l’impatto sul mantenimento dell’aria fresca di una finestra aperta, dato che le piante rimuovono parte dell’inquinamento. In conclusione, l’effetto pianta in vaso nelle nostre case è minimo sotto molti aspetti".

E per chi soffre di allergia?

Considerazioni simili possono essere fatte anche sul rischio allergie. "Le piante d'appartamento sono entomofile, cioè il polline non viene trasportato dal vento ma, eventualmente, da insetti se ci sono fiori", spiega Di Gioacchino. "Non avendo quindi polline disperso nell'aria è difficile che le piante scatenino allergie", aggiunge. Il problema potrebbe esserci solo se non si fa molta attenzione quando si innaffiano le piante. "Potrebbero verificarsi dei ristagni d'acqua che favoriscono la crescita di muffe, come ad esempio l'alternaria e il penicillo, che possono dare delle sensibilizzazioni allergiche e causare ad esempio rinite". Tutto risolvibile con un po' di attenzione nell'evitare il ristagno dell'acqua.

Quindi, con le piante d'appartamento non c'è un più alto rischio di allergia e né tantomeno di carenza di ossigeno. "Goditi le piante d'appartamento quando vuoi, perché, francamente, se dormire vicino alle piante fosse dannoso per la salute, campeggiare in una foresta sarebbe decisamente mortale", conclude Wong.

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