Allergie: tra cambiamento climatico e inquinamento si preannuncia una stagione da record

Allergie: tra cambiamento climatico e inquinamento si preannuncia una stagione da record

Anche chi in genere non soffre di allergie in questi giorni potrebbe manifestarne i sintomi tipici, come occhi rossi, starnuti e asma, specie in città. Colpa del cambiamento climatico, ma anche dell’inquinamento.

Secondo uno studio coordinato dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz pubblicato sulla rivista Frontiers in Allergy, alcuni inquinanti atmosferici vengono infatti assorbiti dai pollini e poi rilasciati nelle vie aeree, intensificando le manifestazioni allergiche.

Gli esiti della ricerca sono stati evidenziati dalla Società Italiana di Aerobiologia Medicina e Ambiente (Siama), che il 21 marzo ha organizzato un evento alla Camera dei Deputati patrocinato dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic).

«Lo studio mostra che alcuni pollini, come ad esempio quelli delle graminacee, innescano l’iperattivazione dei Toll-like receptor 4 (TLR4), recettori cellulari che attivano la reazione allergica del sistema immunitario, anche in chi non soffre di allergie ha detto Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic. «Finora si era partiti dal presupposto che il continuo aumento delle malattie allergiche registrato negli ultimi decenni fosse da ricondurre alla combinazione tra predisposizione genetica e anomalie climatiche» ha aggiunto il presidente Siama, Vincenzo Patella. «Ad avere un ruolo determinante in questa ‘epidemia di allergie’ sarebbe anche l’esposizione eccessiva degli allergeni ad alcuni inquinanti atmosferici che, proprio negli ultimi anni, hanno raggiunto concentrazioni elevate».

Sulla relazione tra allergie e cambiamento climatico fa il punto l’evento “Allergie respiratorie e clima: cosa sta cambiando e cosa sapere” organizzato da Assosalute in programma il 23 aprile, a cui interverrà Lorenzo Cecchi, Allergologo e Presidente AAIITO, Associazione Allergologi immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri.

E intanto quella appena iniziata si preannuncia una stagione da record: «Siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più» ha dichiarato Patella.

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