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Ipocondria e ansia da Covid: l’appello degli psichiatri

Ipocondria e ansia si rincorrono in un circolo vizioso. Soprattutto in una situazione pandemica prolungata come quella che stiamo vivendo dal febbraio 2019. Certo è fondamentale adottare tutte le precauzioni che abbiamo imparato in questi anni, dalle mascherine FFP2 (più protettive rispetto alle chirurgiche) al lavaggio frequente delle mani alla distanza di un metro dalle altre persone.

Ma è altrettanto fondamentale, per la salute mentale di tutti, compresi i bambini, riuscire a comunicare anche un po’ di serenità.

L’appello arriva oggi dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP), che raccomanda di porre massima attenzione per non trasformare una comprensibile preoccupazione in comportamenti stressanti, stressogeni o compulsivi.

Che cos’è l’Ipocondria

Per andare oltre al significato colloquiale di Ipocondria, ci si può riferire alla definizione proposta dal Dizionario di Medicina Treccani:
“Ipocondria. Costante apprensione per la propria salute e paura di avere un male più o meno grave o incurabile, basate non su dati oggettivi, ma su fantasie consce e inconsce, con vari gradi di patologia (dalla nevrosi al delirio). Il termine deriva dal nome dato dagli antichi greci alla zona superiore dell’addome, gli ipocondri, letteralmente «sotto le coste», dove si sarebbero manifestate le passioni viscerali.

I greci – nel contesto della teoria dei quattro umori – pensavano che l’ipocondria fosse causata da squilibrio delle passioni in seguito alla disfunzione degli ipocondri, in partic. della milza, con secrezione della ‘bile nera’, causa della melanconia. Secondo la psicoanalisi, invece, sebbene sul versante clinico sintomatico dei pazienti ipocondriaci si possano riscontrare delle note depressive, i. e depressione sono considerate patologie di diversa collocazione teorica.

Sigmund Freud, in Introduzione al narcisismo (1914), classifica l’i. tra le nevrosi attuali, causata appunto da insoddisfazioni e conflitti attuali e non da eventi traumatici infantili.

I sintomi non sono psichici ma somatici, causati dal blocco della pulsione sessuale, che non potendo scaricarsi all’esterno investe l’interno, cioè il corpo. Secondo la prima teorizzazione freudiana, il problema non ha valenza simbolica ma economica, differenziandosi così dalla patogenesi dell’isteria. In un successivo momento Freud formula l’ipotesi fondamentale che l’i. possa essere inserita anche tra le cosiddette nevrosi narcisistiche, apparentandola dunque alle psicosi”.

Ipocondria, quando lo stress invade la normalità

“Tanto la prenderemo tutti”. Questo è il refrain che sentiamo ripetere tra amici, parenti ma anche sconosciuti in fila davanti alle farmacie. «Dire che il Covid ci sta trasformando in una società di malati non è vero, ma di ipocondriaci è un pericolo concreto. Il fatto che ogni giorno possiamo scontrarci con un problema sanitario che ci riguarda personalmente o indirettamente, è ormai presente nel vissuto di tutti noi e rischia di alterare e condizionare la percezione della malattia, interpretando in modo esagerato sensazioni di pericolo e malessere, con importanti ripercussioni dal punto di vista psichico».

È la raccomandazione di Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP), che mette in guardia sull’impatto che la quarta ondata da variante Omicron rischia di avere sulla salute psicofisica degli italiani.

Basta uno starnuto per scatenare l’ansia

«Si sta ponendo un gigantesco problema di vissuti», precisa di Giannantonio. «Siamo tutti sottoposti a un continuo stress generato dal pensiero del rapporto con la malattia, con se stessi e con gli altri, come potenziali veicoli di infezione e contagi. Ormai gli italiani sono chiamati tutti a farsi un’autotesting sul proprio corpo e basta uno starnuto a insinuare il dubbio di essere contagiati. Tutto questo fa crescere la paura di ammalarsi che può diventare un elemento fuori controllo e rendere le persone eccessivamente vulnerabili alla percezione del rischio potenziale, anche a fronte di situazioni reali, dove il rischio non c’è».

Getty Images

Strategie contro l’ipocondria

«Per combattere l’ipocondria unitamente al percorso di cura specialistico nei casi più gravi, è necessario adottare alcune strategie utili nella quotidianità. «Alcuni accorgimenti possono concorrere a disinnescare l’escalation nelle manifestazioni compulsive dei sintomi e a ridimensionarne il peso», sottolineano gli esperti.

«Basta fare riferimento ai grandi fenomeni del passato come la peste, la Spagnola o la prima guerra mondiale: questo modo di parlare agli italiani rischia di rendere le persone più sensibili invece di responsabilizzare e rendere più attivi i comportamenti che possono limitare la diffusione del virus.

Fondamentale anche evitare di parlare solo di malattie e timori, perché ciò non fa altro che alimentare l’ansia».

 

 

 

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