Banche e ristrutturazioni

Bnl, nuovo sciopero il 24 gennaio 2022: la banca non ritira le esternalizzazioni

di Redazione Economia

Bnl, nuovo sciopero il 24 gennaio 2022: la banca non ritira le esternalizzazioni

Si terrà il 24 gennaio il nuovo sciopero proclamato dai sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin per la crisi della Bnl, dopo la prima agitazione che si è svolta il 27 dicembre scorso. La banca controllata dal gruppo francese Bnp Paribas ha annunciato di voler andare avanti con i piani di esternalizzazione e, dopo il settore dell’It, ha messo nero su bianco l’accordo raggiunto con Accenture per il trasferimento di rami d’azienda del back office con all’interno 543 dipendenti. Infruttuoso il tentativo di conciliazione in sede Abi: «Il 10 gennaio è stata espletata e completata, con esito negativo, la procedura obbligatoria di conciliazione». Lo sciopero, spiegano Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, prevede «l’astensione il 24 gennaio per la durata dell’intero orario di lavoro giornaliero proprio di ogni categoria, compresi i turnisti, i part time e il personale in distacco presso le altre aziende».

Il trasferimento del back office

L’accordo tra Bnl e Accenture Services and Technology, una srl della multinazionale della consulenza, prevede il trasferimento di attività che la banca ha in 23 diverse città italiane, da Ascoli a Verona. Il gruppo più numeroso sono i 100 addetti dell’area logistica, seguiti dai quasi 100 dell’area «flussi», dalle 95 risorse dell’area strumenti di pagamento. Nella comunicazione che avvia la trattativa su questa riorganizzazione la banca comunica ai sindacati che Accenture non ha sedi nei comuni dove lavorano oltre sessanta dipendenti della banca e verranno valutate soluzioni organizzative in modo da non creare un impatto rilevante sulla mobilità territoriale.

Il nuovo piano industriale

Il nuovo piano industriale è stato firmato dalla neo amministratrice delegata Elena Goitini. Le esternalizzazioni riguardano oltre 900 dipendenti dell’IT e del back office, su un totale di 11.500 addetti distribuiti tra uffici centrali e oltre 700 agenzie sparse su tutto il territorio italiano. Le esternalizzazioni interessano circa l’8% della forza lavoro della banca. I sindacati temono un progressivo smantellamento della banca e la perdita della sua identità. La vertenza, ricordano, riguarda gli impatti occupazionali e le ricadute sul personale conseguenti alla riorganizzazione, ristrutturazione, riqualificazione della Banca nazionale del lavoro. Nel dettaglio, le organizzazioni sindacali protestano contro:
- il progetto di esternalizzazione mediante cessione del ramo d’azienda dell’It (conclusasi senza accordo il 24 dicembre 2021);
- il progetto di esternalizzazione mediante cessione dei rami d’azienda del back office; chiusura delle filiali e ricadute in termini di mobilità funzionale e geografica;
- la cessione del pacchetto di controllo di società prodotto strategica (Axepta);
- la carenza di organico nelle filiali e pressioni commerciali;
- il modello di presenza sul territorio;
- il ritardo nel numero di assunzioni concordate negli accordi sindacali relativi alla cosiddetta Quota 100.

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