Scuola

Nuove regole quarantena scuola: come cambia il protocollo covid

Anche sul fronte scuola il Governo gioca d’anticipo e nonostante un aumento dei contagi ancora sotto controllo, ma comunque in costante aumento, vara un nuovo protocollo più severo rispetto a quello che ha caratterizzato l’inizio dell’anno scolastico. Per questo ci sono nuove regole per la quarantena a scuola. Vediamo come cambia il protocollo covid.

Ritorno al futuro

D’altra parte si entra nel vivo dell’anno scolastico, e si affaccia all’orizzonte anche la variante Omicron, che causa molte in certezze per quel che concerne, pericolosità, contagiosità e soprattutto risposta dei vaccini. Vaccini relativamente ai quali la gran parte degli studenti, soprattutto per questioni anagrafiche, sono ancora scoperti.

E infatti si sta registrando un forte aumento di contagi soprattutto nella fascia 12-19 anni. In virtù di questa situazione, il Governo decide che anche con un solo studente positivo tutta la classe può andare in Dad. Le novità sono inserite all’interno della circolare firmata dai ministeri della Salute e dell’Istruzione. Si torna dunque indietro, e non è un bel segnale: dopo l’allentamento delle misure, ora si inaspriscono nuovamente.

In base alla circolare ministeriale “Qualora le autorità sanitarie siano impossibilitate a intervenire tempestivamente, il dirigente scolastico, venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola, è autorizzato, in via eccezionale e urgente, a disporre la didattica a distanza per l’intero gruppo”. La Dad avrebbe una durata di 10 giorni, come previsto per tutti i contatti stretti.

Aumento rapido e generalizzato

Sempre nella circolare si legge che “ultimamente si sta assistendo a un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione, anche in età scolare, con una incidenza (casi/popolazione) settimanale ancora in crescita e pari a 125 per 100.000 abitanti (19/11/2021 – 25/11/2021): valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100.000, utile per un corretto tracciamento dei casi. Si ritiene opportuno sospendere – provvisoriamente – il programma di ‘sorveglianza con testing’ e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe, dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e personale scolastico”.

Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spiega le linee guida del Governo: “Abbiamo modificato il protocollo prevedendo tre positivi per la Dad – ha spiegato – ma considerato che c’è un forte aumento dei contagiati tra gli under 12, che non sono ancora vaccinati, abbiamo ritenuto prudente, facendo una scelta condivisa con le regioni, di tornare alla previsione iniziale. Con la presenza di un positivo in classe riscatta la didattica a distanza – ha concluso Costa -, è una misura che tiene conto del quadro attuale“.

Sindacati facili profeti

I sindacati, in questo senso, erano stati facili profeti, criticando la scelta dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico proprio mentre si assisteva a un’impennata dei contagi che derivano sostanzialmente dall’impossibilità in classe di garantire le misure di sicurezza minime per scongiurare la diffusione del virus.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “quella presa dal Governo, alla resa dei conti si sta rivelando una decisione del tutto inutile: gli alunni, infatti, rappresentano il 90 per cento degli individui che stazionano nelle scuole e solo una parte, tra l’altro solo nella secondaria, è vaccinata. Quindi, qual è il senso della vaccinazione coatta di docenti, Ata e di tutti gli operatori scolastici, se poi gli alunni non si sono allineati. L’imposizione diventa ancora più paradossale se si pensa che nella scuola, a differenza del campo sanitario, il servizio pubblico, la didattica, può essere comunque garantito attraverso la dad. Che è poi quella che in alcune Regioni, come la Campania e la Lombardia, si sta cominciando a riattivare proprio per l’impennata di casi e il ritorno in alto numero delle quarantene”.

Pacifico ricorda anche che “se siamo arrivati a questo, la responsabilità va ricercata non certo nelle mancate o realizzate vaccinazioni, ma nella totale inerzia del Governo nel predisporre scuole adeguate, con classi sdoppiate, aule più grandi, maggiori sedi e organici. Il personale, al quale si continua a negare anche l’indennità per il rischio biologico, è stufo di ascoltare slogan da parte delle istituzioni: per questo abbiamo deciso di scioperare il 10 dicembre e confermiamo la volontà di ricorrere in Tribunale contro gli atti attuativi dell’obbligo vaccinale, così da avere una risposta al giudice amministrativo prima del 15 dicembre, quando la vaccinazione obbligatoria dovrebbe entrare in vigore”.