Sciopero della scuola il 10 dicembre. Manca la Cisl

Conferenza stampa online di quattro dei sei sindacati rappresentativi (Flc Cgil, Snals, Gilda e Uil scuola), che hanno annunciato lo sciopero del personale della scuola per il prossimo 10 dicembre. Assenti l’Anief, da tempo schierata su una linea di contestazione che privilegia la via giudiziaria, e, a sorpresa, la Cisl scuola, che per la prima volta dopo anni di convergenze unitarie con gli altri sindacati, ma in particolare con i confederali Cgil e Uil, differenzia la propria posizione su una decisione importante come lo sciopero generale dei lavoratori dell’intero comparto scuola.

Toni aspri e combattivi quelli che hanno caratterizzato gli interventi dei quattro segretari, che si sono passati la parola durante la conferenza, moderata con garbo da Alessandra Ricciardi, giornalista del quotidiano Italia Oggi. Ha iniziato Francesco Sinopoli (Flc Cgil), che ha lamentato in mancato rispetto, da parte del governo, del ‘Patto per la scuola’ sottoscritto nel mese di maggio 2021: nessuno degli impegni è stato onorato, i 210 milioni riservati alla scuola nella legge di bilancio significano 10-12 euro a testa (“una misura insultante“), contro 150-180 euro previsti per altre categorie, e “neppure da contrattare“, visto che la legge parla della “dedizione” come criterio per la distribuzione delle misere risorse stanziate. La responsabilità di questa scelta di disinvestimento non è tanto del ministro Bianchi quanto del Tesoro e di Palazzo Chigi, e anche dei partiti, che sulla scuola fanno solo “retorica“.

Toni duri, come si vede, ma condivisi dagli altri segretari: Elvira Serafini (Snals) ha parlato di “fiumi di parole” di tutti i politici, che non vedono che “la scuola brucia” e ha rimproverato a Bianchi di aver promesso “aumenti a tre cifre“. Con questo trattamento, ha aggiunto la sindacalista, “nessuno vorrà più fare il docente“. Nel mirino di Di Meglio (Gilda) la “dedizione“: ma esiste un “deditometro?”, ha chiesto polemicamente, e ha poi lamentato l’appesantimento del lavoro degli insegnanti, citando come esempio le 25 ore di formazione obbligatoria per i docenti (non di sostegno) che hanno alunni disabili nelle loro classi. Di “incapacità politica” di Bianchi ha parlato Pino Turi (Uil scuola), “non come persona ma come ministro“. 210 milioni, ha rilevato, sono lo 0,62% dei 33 miliardi previsti nella legge di bilancio, e gli 1,5 miliardi riservati agli ITS sono solo “un regalo alla Confindustria“. I sindacati della scuola non temono di essere considerati “corporativi“, dice rispondendo a una domanda della moderatrice, perché battersi per la “scuola costituzionale” contro il “vento neoliberista” è nell’interesse dei cittadini e della Repubblica.  

Come spiegate la mancata adesione della Cisl scuola alla proclamazione dello sciopero? è stata la domanda di Tuttoscuola ai segretari. “Bisogna chiederlo a loro“, hanno risposto Sinopoli e Turi, negando però che esistano diverse valutazioni nel merito dei problemi posti. Solo un dissenso sulle “forme di lotta“. Che per un sindacato peraltro, ci permettiamo di osservare, sono forse la cosa più importante, la loro carta di identità. Vedremo gli sviluppi.

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