Scuola

Sostegno scuola: cancellazione posti in deroga e più posti per Tfa

Il problema del sostegno è uno dei più urgenti per la scuola italiana. Sia per i tanti, troppi anni in cui si è fatto troppo poco, per non dire nulla, per correggere la situazione. Sia perchè all’interno di una scuola già di per sè contraddistinta da problematiche, va a investire un settore in partenza svantaggiato. E che dunque meriterebbe priorità di intervento e maggiore intenzione, non minore.

Cancellazione dei posti in deroga al 30 giugno

I sindacati sollecitano da tempo il Governo nella speranza che vengano messe in atto politiche in netta controtendenza rispetto al recente passato, unica strada per arrivare a una soluzione in tempi brevi: “Il Governo si deve mettere in testa che le leggi che regolano il sostegno in Italia vanno cambiate – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ad iniziare dalla cancellazione dei posti in deroga al 30 giugno. Come non si può andare avanti con i ricorsi presentati dalle famiglie o dal sindacato, come facciamo noi da tempo con la campagna gratuita #nonunoradimeno, che solo attraverso il giudice riescono a garantire all’alunno disabile le ore settimanali di sostegno richieste dai gruppi operativi composti anche da medici e professionisti sanitari, invece negati cinicamente dall’amministrazione”.

L’evidenza dei fatti racconta di una scuola italiana che a oltre tre mesi dal suono della prima campanella e a un mese circa dalla fine dell’anno scolastico prima delle vacanze natalizie, fa registrare un numero molto alto di alunni disabili privi del docente di sostegno annuale. Secondo le statistiche, almeno uno su tre non ha un insegnante specializzato nella didattica speciale.

Numeri impietosi

Secondo il rapporto di “Save the Children”, in Italia nell’anno scolastico 20/21 c’erano 268.671 disabili e 152.521 docenti di sostegno (tra specializzati e non), con i problemi maggiori nelle regioni del Nord.

Senza considerare migliaia di cattedre di sostegno attivati in corso d’anno dai giudici, sono 40mila quelle affidate a non specializzati. Secondo l’Ufficio Studi Anief, sono circa 90mila le cattedre sono andate o stanno andando a supplenza annuale. A questo si aggiunge un’ulteriore problematica: di queste ben 66mila (dunque quasi il 40% dell’organico totale di sostegno), risultano in deroga. Questo significa che si possono assegnare unicamente a precari e non sono utilizzabili nemmeno per i trasferimenti, nonostante siano cattedre vacanti a tutti gli effetti. E in gran numero vanno a docenti non specializzati.

Cicli di Tfa insufficienti

“L’assurdo – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief – è che è che si continuano ad attivare cicli di Tfa che non vanno oltre 20-22mila posti e pure maldistribuiti a livello territoriale: dove vi sono migliaia di cattedre libere, si specializzano centinaia di docenti; dove vi sono meno posti liberi, invece, si specializzano in migliaia. Per non parlare dei vincoli gratuiti sui requisiti di accesso ai corsi. A questo proposito, continuiamo a raccogliere adesioni al ricorso del sindacato contro il numero inadeguato di posti previsti per il VI ciclo Tfa sostegno e vogliamo incrementare il numero dei frequentanti i corsi di specializzazione favorendo l’ammissione ai corsi universitari specializzanti anche di chi è stato escluso in modo illegittimo”.