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Dal 2022 insegnanti e collaboratori scolastici della primaria faranno parte dei lavoratori usuranti

Il provvedimento non comprende invece i lavoratori delle scuole secondarie

Dal 2022 insegnanti e collaboratori scolastici della primaria faranno parte dei lavoratori usuranti

Gli insegnanti d’asilo e dell'infanzia facevano già parte dei lavoratori usuranti, e in effetti tutti sappiamo quanto possa essere faticoso badare a dei bambini molto piccoli. Ma dal 2022 saranno compresi in questa categoria anche i maestri e i collaboratori scolastici della primaria. Quindi grazie alla nuova legge di bilancio potranno andare anche loro in pensione anticipata. Una gran bella novità per gli insegnanti della primaria che potranno chiedere la pensione già a  63 anni, avendo accumulato dai 30 ai 36 anni di contributi. Per i lavoratori che praticano mansioni usuranti, è previsto un assegno ponte fino al raggiungimento dei 67 anni, cioè quando avranno diritto alla piena pensione. L’ammontare dell’anticipo pensionistico può essere al massimo di 1.500 euro lordi al mese per 12 mensilità all’anno. La nuova lista di lavori comprenderà circa mezzo milione di lavoratori tra cui benzinai, macellai, panettieri, saldatori, falegnami, magazzinieri, tassisti, conduttori di autobus e tranvieri, commessi, cassieri, operatori sanitari qualificati, portantini, forestali e verniciatori industriali. Non fanno invece parte della lista gli insegnanti della scuola secondaria, cosa per cui Marcello Pacifico, presidente dell’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) ha espresso il suo dissenso, come riportato da Il Fatto Quotidiano: “In realtà, il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico. A questo proposito, sono anni che chiediamo, anche per trasparenza amministrativa e pubblica, che i dati sulle malattie professionali vengano resi pubblici: ci dobbiamo accontentare di quelli svolti all’estero, dove è emerso che tutti i lavoratori della scuola, a partire dai docenti, sono vittime del burnout”. Insomma a fare gli insegnanti si può anche perdere la testa a quanto pare. 

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