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Medicina dell’Adolescenza. Armando Grossi nuovo presidente della Sima


Prende il posto di Gabriella Pozzobon. L’elezione nell’ambito del XIX Congresso Nazionale della SIMA, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, nel corso del quale sono stati affrontati, tra i tanti temi, quello dell’impatto del Covid sull’adolescenza e quello sugli adolescenti appartenenti a minoranze sessuali.

11 OTT - Armando Grossi è il nuovo presidente della Sima, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza. La sua elezione è avvenuta nel corso del XIX Congresso Nazionale della Sima, svolto in modalità virtuale, l’1 e il 2 ottobre 2021. Grossi prende il posto di Gabriella Pozzobon, che lascia la guida della Società dopo 5 anni, con una anno di ritardo rispetto al previsto. Nel 2020, infatti, avrebbe dovuto concludersi l’esperienza dei 4 anni del Consiglio direttivo e in occasione del Congresso Nazionale tenersi le elezioni per il rinnovo delle cariche, ma causa emergenza Covid-19 l’evento è stato posticipato di un anno.

Il nuovo Consiglio Direttivo della SIMA risulta, quindi, così composto: presidente Armando Grossi, presidente eletto Rossella Gaudino, past-president Gabriella Pozzobon, consiglieri riconfermati Carlo Alfaro, Salvatore Chiavetta, Giovanni Farello, Rosalba Trabalzini, consiglieri di nuova nomina Camilla Cerizza, Ugo Giordano, Susanna filippis e Valentina Nanni, riconferma come revisori dei conti di Andrea Vania e Luca De Franciscis e new entry di Graziano Grugni.

Il nuovo Consiglio Direttivo, tra le altre cose, si è fatto carico del rinnovo, per la prima volta nella storia della Società, dello Statuto Societario, che risponde alle esigenze di adeguamento richieste dalle più recenti norme di legge.

Quanto a i temi affrontati nel corso del XIX Congresso, non poteva mancare quello sugli adolescenti al tempo del Covid, tra impatto clinico, cambiamenti dello stile di vita, emozioni nel lockdown, disagio scolastico, campagna vaccinale. Ne ha parlato estesamente nella sua relazione “Covid-19 e impatto in adolescenza” la dottoressa Gabriella Pozzobon, che è anche pediatra del Dipartimento materno-infantile/Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Irccs Ospedale San Raffaele Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e presidente della SIMA. “La pandemia da Covid-19 ha avuto e sta avendo un impatto importante sulla salute fisica e mentale delle popolazioni. Compreso, e per certi versi soprattutto, sugli adolescenti, con peculiarità legate alle specificità di questa fase della vita”, ha esordito la dottoressa, riportando alcuni dati: “Dall’11 marzo 2020, quando l’infezione da Sars-CoV-2 è stata classificata dall’OMS come pandemia, 139 milioni di bambini e adolescenti nel mondo hanno vissuto per almeno 9 mesi un regime restrittivo obbligatorio, mentre per poco meno di 200 milioni la permanenza a casa è stata raccomandata”.

Come riferisce il Rapporto “Covid-19 e adolescenza. Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza” condotto dal gruppo di esperti istituito dalla ministra Elena Bonetti e coordinato dalla professoressa Chiara Saraceno, pubblicato a maggio 2021, è stato evidenziato nel corso del dibattito, il maggior impatto della pandemia sui giovani, da sempre “sentinelle” dei traumi psicologici collettivi, si è avuto sulla salute psichica, tanto da parlare di “seconda pandemia” o “pandemia parallela” a carico dei minori, con seri danni a livello emotivo e cognitivo.

“L’esperienza della pandemia - ha spiegato Pozzobon - ha sovvertito e ridefinito abitudini e regole di vita appartenenti al vissuto quotidiano degli adolescenti, a livello personale, familiare, sociale, privandoli dei loro spazi educativi, scolastici, ricreativi e sportivi, senza concedere tempi utili a orientarsi rispetto a ciò che stava accadendo. Ne è conseguita la perdita dei riti di passaggio fondamentali per procedere nel cammino verso l’autonomia e l’indipendenza”. Alcuni adolescenti hanno mostrato minore resilienza al disorientamento, allo stress e alla fatica della pandemia: “Si tratta - ha detto la presidente uscente della Sima - di quelli con famiglia disfunzionale, problemi di salute mentale preesistenti, situazione socio-economica marginale o esperienza personale e familiare della malattia”.
 
Gli effetti collaterali della pandemia sugli adolescenti si sono risentiti a molteplici livelli: “Sociale, con l’acuirsi delle diseguaglianze, familiare, con aumento di conflittualità̀ e violenza domestica, scolastico, con gli effetti deleteri per molti della didattica a distanza, sanitario, con una globale riduzione dell’assistenza sanitaria ai minori (ritardi nelle diagnosi in acuto per calo degli accessi in pronto soccorso, riduzione di visite e controlli, rinvio di vaccinazioni), nutrizionale (aumento di obesità e disturbi del comportamento alimentare)”, precisa la Pozzobon, che aggiunge tra i rischi evidenziati anche “aumento della sedentarietà, abuso di tecnologia con i molteplici problemi correlati all’eccesso di esposizione al web (dalla dipendenza al cyberbullismo), comportamenti a rischio quali fumo di sigaretta, alcol e droghe, problemi psichici, tra cui emergenza di sintomi psico-somatici, alterazione del ritmo sonno-veglia, ansia e depressione, autolesionismo e ideazione suicidaria.

Al Congresso Sima anche un focus sugli adolescenti appartenenti a minoranze sessuali, con la relazione di Rossella Gaudino, endocrinologa pediatra di Verona, di Carlo Alfaro, pediatra dalla provincia di Napoli, e dell’endocrinologo palermitano Piernicola Garofalo. “Argomento di grande attualità visto che il numero di persone che afferma di essere LGBTI è andata crescendo nel succedersi delle generazioni e nella generazione cosiddetta Z (persone nate tra il 1995 e il 2010) supera addirittura il 15%”, è stato evidenziato. “Non si tratta però di una minoranza omogenea - ha spiegato Alfaro -, come dimostrato dal sempre crescente numero di sigle che si aggiunge all’acronimo LGBTI (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Intersessuali), per cui sono richieste al medico competenze e approcci diversificati”.

Per riconoscere l’identità sessuale dell’adolescente il dottor Alfaro ha proposto lo schema di screening del “Sex Orienteering”, secondo le linee guida della World Psychiatric Association 2016, riconosciute in Italia dalla Società Italiana di Psichiatria sotto la spinta di Amigay aps, l’associazione nazionale che si occupa dei problemi sanitari delle persone LGBTI: 4 domande, che attengono a 4 parametri o meglio dimensioni della sessualità: il corpo, la mente, il comportamento e l’affettività.

“L’identità - ha detto Garofalo - è un processo di cambiamento continuo che inizia fin dalla nascita e copre tutti i periodi della vita”. “Ai ragazzi dico: non ghettizzatevi, non usate la vostra condizione come disabilitante, vivete in pienezza il vostro nuovo ruolo, nella vita di tutti i giorni. Ai genitori: non osteggiate a priori, non alzate muri. Provate a capire, discutere con delicatezza. La cosa più importante è esserci. Agli educatori: acquisite competenze, siate attenti ai segnali, mantenete il vostro ruolo insostituibile di prime sentinelle nella vita dei ragazzi. Ai pediatri e a tutti i medici che hanno la responsabilità della salute dei giovani, raccomando aggiornamento continuo, capacità di fare rete con i centri specifici, mantenendo però un coinvolgimento attivo nella gestione complessiva. Passare responsabilità ma mai sottrarsi alle proprie”.

“La finalità del Sex Orienteering - ha spiegato Alfaro in conclusione - è offrire aiuto concreto all’adolescente e stabilire con lui una solida alleanza terapeutica che sia funzionale alle sue esigenze di salute fisica, benessere psicologico e qualità della vita. Dopo il Coming Out, il medico può intervenire a favore dell’adolescente LGBTI in almeno tre ambiti: sostenere la sua identità sessuale, tutelarlo rispetto a un ambiente omofobo attraverso l’attivazione di un adeguato supporto familiare e sociale, finalizzato alla costruzione di un ambiente friendly, affrontare i problemi di salute fisica e psichica più diffusi in ciascuna tipologia di minoranza sessuale e pianificare servizi e interventi dedicati alla prevenzione e alla cura”.

11 ottobre 2021
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