11 ottobre: Giornata internazionale delle giovani ragazze

La giornata internazionale delle giovani ragazze fu istituita dalle Nazioni Unite l’11 ottobre 2012, grazie agli sforzi della associazione non governativa” Plan International” che si fece parte attiva nel proporla e sostenerla nell’iter dell’approvazione.

Già nel 1995 in occasione della la Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne delle Nazioni Unite si adottò una risoluzione per l’emancipazione e il miglioramento delle condizioni delle donne in tutto il mondo. Tale risoluzione prese poi il nome di Dichiarazione di Pechino in cui si riconosceva il ruolo basilare delle giovani donne per poter raggiungere gli obiettivi di uguaglianza sviluppo e pace nell’interesse dell’umanità tutta.

Ma perché istituire una giornata dedicata alle giovani donne quando esiste già la giornata della donna l’otto marzo? Questa esigenza purtroppo scaturisce dalle pratiche inique che tuttora subiscono le donne in giovanissima età in alcune aree del mondo: le

mutilazioni genitali femminili sono ancora diffuse nell’ Africa subsahariana, i matrimoni precoci sono un retaggio ancora più diffuso geograficamente.

Purtroppo il matrimonio precoce viene visto dalle famiglie nelle zone di guerra come un modo mettere al sicuro le ragazze da eventuali violenze. Ma i matrimoni precoci oltre che il portato psicologico traumatico rappresentano anche un rischio reale per la salute fisica delle giovani donne che spesso hanno complicazioni nel parto e si trovano in età preadolescenziale a dover prendersi cura di una prole spesso numerosa in situazione di povertà endemica. Per questo ha importanza ricordare che nel mondo dobbiamo lavorare ancora  sotto il profilo dei diritti umani fondamentali che alle bambine e alle donne vengono negati: diritto allo studio, diritto alla salute, diritto alla libertà (https://www.regione.toscana.it/-/carta-dei-diritti-della-bambina).

Save the Children ha effettuato un’indagine dalla quale è emerso che il Niger è il Paese con la più bassa qualità di vita per le donne mentre il primo posto invece spetta alla Svezia, l’Italia è solo in decima posizione. I parametri di valutazione della qualità della vita della donna sono appunto matrimonio precoce, numero di figli per madre adolescente, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento. Inoltre dai dati Unicef apprendiamo che quasi 1/4 delle ragazze fra i 15 e i 19 anni al mondo non ha alcuna occupazione, non frequenta alcuna scuola, questa condizione ricorre in un ragazzo su 10 della stessa classe di età.

Sempre l’Unicef certifica che nell’Africa subsahariana il numero dei contagi da hiv tra le ragazze è 3 volte maggiore di quello dei coetanei maschi.

Anche dal punto di vista dell’alfabetizzazione digitale e della possibilità di utilizzare strumenti quali cellulari o laptop vediamo che la giovane popolazione femminile riceve delle restrizioni molto più cogenti dei coetanei maschi.

In questo modo si preclude di accedere all’informazione e anche alla possibilità di auto formarsi.

Ritorna insistentemente la problematica più volte sollevata da UNISIN ogni qualvolta affrontiamo argomenti che riguardano le donne e la violenza di genere: la soluzione é in buona parte rappresentata dalla formazione, dall’educazione al rispetto di tutti gli individui che dovrebbe avvenire possibilmente in età prescolare per poter essere effettivamente introiettata.

Simonica Minniti

Coordinamento UNISIN Donne & Pari opportunità