Vaccini, via alla terza dose a chi ha compiuto i 60 anni 

La Regione si adegua senza perdere tempo alla circolare del ministro Speranza Da domani somministrazione congiunta (oltre che gratis) con l’antinfluenzale

PESCARA. Chi ha compiuto 60 anni di età potrà ricevere da domani la terza dose contro il Covid.
La Regione Abruzzo ha subito recepito la circolare del ministero della Sanità specificando che sarà Pfizer il vaccino utilizzato per questa vasta categoria di cittadini che potrà anche abbinare la dose gratuita contro l’influenza.
LA CIRCOLARE DI SPERANZA. Dà il via libera alla somministrazione di una dose booster, cioè di richiamo dopo il completamento del ciclo, a mRNA e a distanza di almeno 6 mesi dalla seconda dose, indicandone l'utilizzo prioritariamente - oltre che agli immunodepressi e immunocompromessi, over 80 anni e personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani - anche per over 60 e persone con «elevata fragilità».
Pubblichiamo quindi il lungo e dettagliato elenco, certamente utile per i nostri lettori, delle patologie che fanno rientrare nella cateria dei fragili.
ECCO L’ELENCO. Immunodepressi, immunocompromessi, trapiantati e malati oncologici e soggetti affetti da patologia concomitante come: malattie respiratorie (fibrosi polmonare idiopatica e malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia); malattie cardiocircolatorie (scompenso cardiaco in classe avanzata e pazienti post-shock cardiogeno); malattie neurologiche (sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia grave, patologie neurologiche disimmuni); diabete e altre endocrinopatie severe (diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 in terapia con almeno due farmaci per il diabete o con complicanze); morbo di Addison, malattie epatiche (cirrosi epatica); malattie cerebrovascolari (evento ischemico-emorragico cerebrale con compromissione dell'autonomia neurologica e cognitiva.
L’elenco prosegue con: stroke (ictus) nel 2020-21 o antecedente al 2020; emoglobinopatie (talassemia major, anemia a cellule falciformi, altre anemie gravi); fibrosi cistica; sindrome di Down; grave obesità e infine disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica (vedi la legge 104/1992 art. 3 comma 3).
L’ASSESSORE VERÌ. «Da domani, così come stabilito dalle circolari nazionali, tutti coloro che saranno convocati per la somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid 19, potranno scegliere di ricevere contemporaneamente anche il vaccino antinfluenzale», ha avvisato l’assessore alla Salute, specificando che la vaccinazione concomitante è riservata a ultra fragili, over 80 e personale sanitario. La stessa opportunità sarà garantita agli ospiti delle Rsa e delle residenze protette per anziani, nel corso delle sedute vaccinali che verranno effettuate all’interno delle strutture. A questi si sono infine aggiunti gli over 60.
Terza dose e vaccino antinfluenzale si possono ricevere negli hub vaccinali e negli ambulatori dei medici di medicina generale che hanno aderito alla campagna. Nei prossimi giorni, non appena concluso l’accordo nazionale, la possibilità sarà estesa alle farmacie
NO GREEN PASS SCONFITTI. Si scontra ancora una volta contro la giustizia amministrativa l’ennesimo ricorso contro il Green pass obbligatorio. Stavolta è il Tar Lazio a respingere il ricorso di alcuni insegnanti e dell’Anief, l’associazione di insegnanti e formatori, ribadendo che è legittima la sospensione dello stipendio per quei docenti che si presentano a scuola senza Green pass.
Il ricorso contestava il decreto del 6 agosto, in cui il ministero dell’Istruzione spingeva alla «piena partecipazione alla campagna vaccinale» anti Covid il personale docente e non docente. A quel provvedimento era seguita una nota del 13 agosto in cui veniva chiarito l’obbligo per il personale scolastico di esibire il certificato verde, senza il quale il dipendente sarebbe risultato «assente ingiustificato». In questo caso, dopo il quinto giorno senza Green pass, scatta la sospensione dello stipendio.
Per il Tar l’obbligo del certificato verde nella scuola «mira a preservare la salute pubblica in ambito sovranazionale». E la non gratuità dei tamponi, non comporta alcuna limitazione della libertà, ma al più un «danno meramente patrimoniale».