Scuola, Renzi: «Niente quarantena per i vaccinati, basta un tampone»

di Valentina Santarpia

La quarantena per gli studenti è stata ridotta a 7 giorni per i vaccinati e 10 per i non vaccinati. Ma da più parti si chiede che chi ha il green pass possa evitare l’isolamento

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Mentre crescono le classi in quarantena in tutta Italia, arriva anche da Matteo Renzi, leader di Italia viva, la richiesta di cambiare il funzionamento del sistema a scuola. «Stamattina ho scritto al ministro Speranza», ha detto Renzi su Canale 5, suggerendo un’alternativa per la gestione delle presenze nella scuola: «Per chi è vaccinato e ha il green pass, non è giusto che il periodo di quarantena sia di 7 giorni. È troppo lungo. Se qualcuno è entrato in contatto con una persona contagiata, non metterlo in quarantena per sette giorni, invece fai fare un tampone e vedi se la situazione è sotto controllo ma quello studente resti in classe. Altrimenti torni alla Dad».

Un centinaio di classi in quarantena

Con la ripresa della scuola in tutta Italia - ieri è stata la volta del Friuli Venezia Giulia e con la ripartenza, il 20 settembre, in Puglia e Calabria, tutti gli studenti italiani saranno tornati in classe -si sono diffuse le notizie di contagi sia tra gli alunni che tra i docenti che stanno già causando, di conseguenza, quarantene, disagi e nuova didattica a distanza. Un fenomeno che ha preso corpo nei primissimi giorni di scuola prima a Bolzano, per poi trovare terreno fertile anche in Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio. «Le lezioni sono riprese da una settimana è già si contano già un centinaio di classi costrette a rimanere a casa, quindi a tornare a quella dad che chi governa la scuola ha detto che ci eravamo messi alle spalle», dice allarmato Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, che chiede più distanziamento nelle classi e un numero maggiore di tamponi salivari, per ora partiti solo nelle `scuole sentinella´. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi frena: «Sono situazioni specifiche, non sono decine, le stiamo controllando. Lo abbiamo scritto nel decreto del 6 agosto che laddove ci fossero state delle situazioni di contagio saremmo stati in grado di controllarle e così stiamo facendo. Parliamo di numeri limitati rispetto al totale che, con molta, gioia è ripartito».

L’esempio dell’Alto Adige

Ma da più parti avanza la richiesta di modificare le regole della quarantena, in modo da evitare il più possibile la dad: ad esempio, adottando il sistema dell’Alto Adige, dove, come spiega l’azienda sanitaria locale, in caso di positività in classe «le alunne e gli alunni che partecipano al test nasale non vengono messi in quarantena, ma possono continuare a frequentare la scuola e devono sottoporsi al test nasale. Le alunne e gli alunni che non partecipano al test nasale saranno messi in isolamento fiduciario o in quarantena come misura precauzionale».

Le difficoltà dei presidi

I dirigenti scolastici hanno già manifestato insofferenza per la gestione dei casi in cui emerga una positività. «La gestione delle quarantene è cambiata ma noi presidi non siamo stati informati - denuncia Cristina Costarelli, presidente Associazione nazionale presidi di Roma e dirigente del liceo Newton della capitale - Ho scoperto che mentre lo scorso anno la gestione delle quarantene era in carico alle Asl ora passa ai medici di base: tutto questo non è stato anticipato da alcuna circolare, noi dirigenti non siamo stati informati di questa nuova misura». La stessa quarantena diversificata - 7 giorni per i vaccinati, 10 per i non vaccinati - crea disagi alle scuole, fa notare Costarelli «e alla fine per ogni quarantena si perdono due settime di attività scolastica, perché certamente il docente non può andare avanti con i programmi se ha pochi ragazzi in classe».

17 settembre 2021 (modifica il 17 settembre 2021 | 12:49)