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il primo giorno di scuola 

L’abbraccio del liceo Chini alla normalità Studenti e professori: felici di essere qui

Gabriele Buffoni
L’abbraccio del liceo Chini alla normalità Studenti e professori: felici di essere qui

Mascherine, percorsi definiti, fogli da firmare: ma la voglia di rivedersi è superiore a tutto e fa filare liscio il rientro

16 settembre 2021
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Gabriele Buffoni

LIDO DI CAMAIORE. Ore otto, la prima campanella del nuovo anno scolastico risuona nel cortile del liceo Chini di Lido di Camaiore. Non è un giorno qualunque, ma tutte le tensioni e le preoccupazioni per il rientro sui banchi di scuola dopo il lungo periodo di didattica a distanza (forzata dalla pandemia da Covid-19) sembrano restare confinate fuori dal cortile dell’istituto. Neppure lo sciopero indetto da Anief per il personale scolastico ha inceppato ieri la macchina organizzativa: tutti presenti gli insegnanti e tutti muniti di Green pass per un esordio a orario ridotto e con gli ingressi delle varie classi scaglionati nel corso della mattinata e tra i tre cancelli d’ingresso alla struttura.

«Questi primi giorni saranno una prova generale per far imparare agli studenti quello che sarà il modus operandi per l’intero anno – spiega la preside dell’istituto Monica Biagi – attraverso il nostro sito abbiamo comunicato gli orari e gli ingressi per l’entrata a scuola delle singole classi. Da lunedì poi, visto che straordinariamente ci ritroviamo con tutte le cattedre “coperte”, credo saremo in grado di partire con l’orario completo con ingresso alle 8 per tutti». Fino a venerdì quindi gli studenti del primo anno avranno lezione dalle 8 alle 11, quelli del secondo e terzo anno dalle 9 alle 12 e quelli degli ultimi due anni dalle 10 alle 13. Tutti con la mascherina: chi non la indosserà già da casa potrà utilizzare quelle fornite dalla scuola. Un iter che ieri si è ripetuto senza intoppi per tutti e tre gli ingressi previsti. Prima del suono della campanella gli insegnanti si avvicinano ai cancelli e, classe per classe, chiamano all’appello gli studenti per poi condurli lungo i corridoi fino all’aula seguendo uno degli otto percorsi predisposti (e indicati da opportuni cartelli) all’interno dell’edificio: un tracciato che gli alunni da lunedì dovranno compiere da soli. «Abbiamo trovato facilmente tutte le indicazioni – racconta Alessio Quiriconi, padre di una studentessa del primo anno – anche per quel che riguarda l’autodichiarazione da presentare come richiesto dalla scuola». Si tratta – spiega la dirigente – di una «dichiarazione d’impegno» valida per l’intero anno scolastico a rispettare le norme vigenti, compresa quella di trattenere il proprio figlio dall’andare a scuola in caso di sintomi influenzali. «Un po’ di ansia effettivamente c’è - ammettono Tiziana Marsili e Roberta Mugnaini, i cui rispettivi figli sono appena entrati in classe - ma tutto è filato liscio. Anche per i ragazzi è un bene che sia così: già il salto dalla scuola media non è facile, ritrovarsi in una situazione dove comunque un po’ di preoccupazione rimane non aiuta. Però tornare a studiare in presenza è sicuramente un passo avanti». Un rientro in classe positivo anche per gli insegnanti, sottoposti all’obbligo di Green pass. «Si può nutrire qualche preoccupazione per il vaccino – commentano le professoresse Elisabetta Iaccino e Silvia Giorgetti – però è importante dare anche l’esempio ai ragazzi: il vaccino o il tampone esprimono un atto di tutela verso di loro e la collettività». Tanto entusiasmo, infine, anche tra gli stessi studenti. «Non vedevo l’ora di rientrare – racconta Viola Pieruccetti, 18 anni appena compiuti -– per me e per i miei compagni è l’ultimo anno e l’ipotesi di proseguire con la Dad terrorizzava un po’ tutti. Più che altro – ammette – perché non avremmo potuto rivederci». «Mancava davvero tanto il contatto fisico, il potersi riabbracciare fuori dalla scuola - spiega Tatiana Maccioni, 19 anni - il disagio delle mascherine in classe lo possiamo superare e con il tempo faremo l’abitudine anche a tutto il resto». «Dopo un anno passato con la didattica a distanza l’idea di tornare sui banchi fa strano - ammette Michelle Vecoli, 19 anni - ma al di là della tensione credo che sia un primo passo verso il ritorno alla normalità».

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