Vogliamo tornare a scuola (con il green pass)

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Foto: Unsplash.com

La riapertura della scuola ci trova ancora nell'incertezza, nonostante i passi in avanti e le consapevolezze rispetto ad una convivenza con il covid non completamente eliminabile. In questo periodo di pandemia e di didattica a distanza, come docenti ed educatori, in ascolto anche dei nostri studenti insieme alle loro famiglie, abbiamo rinforzato la convinzione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che l’apprendimento è potenziato all’interno di una relazione reale, in presenza, nella quale il ruolo dei compagni diventa risorsa per motivare e stimolare alla conoscenza. È dando concretezza a tale convinzione che si potrebbe garantire il diritto all'apprendimento in presenza, ad una scuola aperta e viva, con l'adozione del passaporto verde. 

Dal primo settembre è, infatti, scattato l’obbligo del green pass per gli insegnanti, e in generale per il personale della scuola: una decisione che impone e demanda ai dirigenti scolastici un controllo serrato, e soprattutto quotidiano, del certificato vaccinale. Non mancano tuttavia le polemiche. Non solo da parte degli insegnanti che rifiutano di sottoporsi alla vaccinazione, di cui i giornali riportano l'allontanamento dai primi collegi docenti e dalla programmazione annuale a scuola. Sono soprattutto i sindacati ad aver alzato i toni parlando di un “diktat inaccettabile” da parte del governo. Il protocollo di sicurezza approvato dal governo per la riapertura della scuola in presenza è stato criticato in un documento congiunto dalle sei sigle sindacali del comparto scolastico, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. Le osservazioni riguardano le modalità con le quali saranno effettuati i controlli, ritenute probabilmente poco garanti della privacy, le ripercussioni sui posti di lavoro già anticipandone eventuali possibili abusi e la possibilità di mettere a disposizione degli insegnanti dei tamponi gratuiti. Al pari di altre condizioni di lavoro, la principale critica dei sindacati resta poi l’opportunità di sospendere il personale o di demandarlo ad altra attività o addirittura di demansionarlo per la mancata vaccinazione o per l’assenza di tamponi periodici.

Citando le parole del Presidente Mattarella e di Papa Francesco, una possibile terza ondata pandemica ha reso obbligatoria la vaccinazione come “dovere per tutti” e come “atto di amore nei confronti dei più deboli”. Difficile non concordare. Le resistenze diffuse all’obbligo vaccinale, difese anche dai sindacati, ci stimolano come docenti, intesi come educatori, a una riflessione più ampia che va oltre l’obbligo della vaccinazione e che implica il concetto di libertà e di responsabilità. Vaccinarsi o disobbedire in nome di una presunta libertà di scelta che va tutelata chiama fortemente in causa il valore che diamo al senso di appartenenza a una comunitàSiamo insegnanti e sappiamo dall'esperienza quotidiana che è attraverso la condivisione di esperienze di cura, dall'esempio di comportamenti responsabili che i nostri giovani imparano a fare loro stessi scelte responsabili, a stare insieme agli altri. È grazie a questa assunzione di responsabilità, di capacità di fare scelte superando l'ego-libertà, che i nostri giovani possono coltivare il desiderio di avere cura di sé, degli altri e del mondo e di impegnarsi per un bene comune. Questo desiderio è alla base di un pensiero globale, che supera localismi e individualismi, in grado di allenare i nostri giovani ad aprirsi ad una dimensione mentale più ampia, mondiale. “La comunità è infatti lo spazio nel quale si progetta per il noi, in cui si ricerca il bene comune e una vita buona per ciascuno” come afferma la nota pedagoga Luigina Mortari.

La tutela di tutti è impegno di ognuno, è responsabilità di ognuno e come insegnanti, rivendicando una presunta libertà di scelta e contestando l'obbligo della vaccinazione, neghiamo proprio il principio di libertà che ci impegniamo giornalmente a promuovere nelle nostre aule attraverso l'insegnamento.

Non siamo persone di scienza e ci affidiamo a chi ha le competenze per darci indicazioni: per ripartire dalla scuola, come abbiamo desiderato in questi due ultimi anni è necessario vaccinarsi. Per dare ai nostri giovani la possibilità di non dimenticare quanto sia bello imparare insieme, dialogare, incontrarsi, è necessario vaccinarsi. Per riprendere a programmare, a progettare, evitando di tornare a una didattica trasmissiva, promuovendo lo scambio di pratiche è necessario vaccinarsi. Per tornare ad accedere a tutte le opportunità culturali di cui abbiamo bisogno per formarci e per formare ad un pensiero critico e libero, è necessario vaccinarsi. Ma soprattutto per evitare che l'uso dei dispositivi tecnologici diventi l'obiettivo prioritario, l’unico possibile per gestire la didattica e non uno degli strumenti da presentare ai nostri alunni, è necessario vaccinarsi.

È restando chiusi nelle nostre case, nelle nostre stanze davanti a un computer, vivendo le situazioni e le relazioni in modo virtuale, che ci priviamo della vera libertà e priviamo gli altri di esercitarsi ad essere liberi perché manca l'incontro con il “tu” e si perde il senso di essere “noi”. È nel chiuso delle nostre abitazioni che rischiamo di confondere la comodità del non muoverci da casa con una presunta efficienza, che in realtà ci assolve dall'impegno del dialogo e del confronto in presenza, facendoci perdere invece il valore del “pensare insieme” condizione per salvaguardare la dimensione democratica della nostra società.

Se non ora, quando dare testimonianza di responsabilità e di vera libertà, che non è mera obbedienza ad un principio astratto, ma necessità di dare ai nostro giovani senso di futuro, e di un futuro buono per loro e per il mondo nel quale sono chiamati a vivere?

La vera libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri. Scegliendo di non vaccinarsi, a nostro parere, diamo ai nostri giovani esattamente la lezione inversa che vorremmo trasmettere, un messaggio distorto che va contro l'idea di libertà e di comunità senza frontiere che come docenti sosteniamo.

Danila Buffoni

Presidente di Docenti Senza Frontiere ODV

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