“Cara Unione,

i conti non tornano.

A pochi giorni dalla riapertura della scuola il ministro Bianchi auspica un rientro in totale sicurezza nonostante i fatti e le evidenze scientifiche disegnino una diversa futura situazione.

Lo scorso anno scolastico in assenza dei vaccini abbiamo avuto, almeno nel liceo dove insegno, sporadici casi, tutti contagiati fuori dalla scuola, e tutti risolti con le cure domiciliari. Abbiamo adottato delle misure severe che hanno dato buoni risultati (dispositivi di protezione individuale, mascherina, costante sanificazione delle mani e delle aule, areazione dei locali e distanziamento fisico ), impedendo il diffondersi, nella comunità scolastica, del virus.

Ragioniamo sui dati certi: diversi studi scientifici mettono in luce che i vaccini NON immunizzano dal Covid 19, la malattia può svilupparsi (1) tra persone giovani e sane dopo essere state vaccinate, e che dopo il vaccino, ci si può ammalare (2), si può essere portatori di contagio e si possono sviluppare malattie (3).

L'agognata tessera verde (green pass) consentirà, ai possessori, l’accesso alle aule scolastiche, mentre quelli sprovvisti dovranno presentare, pena l’interdizione dall’attività docente, un tampone antigenico o molecolare (perché non quello salivare?) con costi a carico dei lavoratori. Allora se tanto mi dà tanto nelle aule scolastiche la reale sicurezza, la concreta barriera contro il diffondersi del virus è rappresentata, paradossalmente, unicamente da coloro che sono ‘tamponati’: cioè i non vaccinati! Infatti i possessori del green pass potranno, inconsapevolmente perché magari asintomatici, contagiarsi e contagiare colleghi e studenti. Non finiranno, così ci raccontano, in terapia intensiva, (per fortuna!), ma saranno comunque la causa di contagi ed eventuali cluster nelle aule scolastiche.

Paradossale, ma fattuale! Piaccia o meno.

Rispetto dunque allo scorso anno scolastico dove distanziamento fisico, mascherina e costante sanificazione hanno consentito alla scuola di essere un luogo fra i più sicuri, quest’anno si rischia di più. Molti fra i verde tesserati abbasseranno la guardia, persuasi, da informazioni false e tendenziose, di essere al sicuro. Se l’obiettivo fosse realmente quello di tutelare la salute degli operatori della scuola ed in particolare degli studenti, non sarebbe più logico, fatta salva la libertà di ciascuno di vaccinarsi o meno, di riproporre magari irrigidendo le misure adottate lo scorso anno? Magari proponendo a campione un tampone settimanale alla comunità scolastica!

Pochi giorni fa (30/8/) sul sito Orizzontescuola durante un video dibattitto, presenti tra gli altri il presidente all’ass. dei presidi Giannelli e il presidente dell’Anief Pacifico, il sottosegretario all’Istruzione on. Sasso ha comunicato che il 90.3 % del personale scolastico è vaccinato. Ha inoltre comunicato che l’ISS ha validato i tamponi salivari riferendo di aver chiesto al ministro Bianchi di inserirli sistematicamente come strumento di tracciamento (come d’altronde stanno facendo alcune regioni come il Lazio). Allora è lecito chiedersi se è uno sparuto 0.7 % controllabile con il tampone salivare (a carico dello Stato!) il vero problema.

Forse il ministro dell’Istruzione dovrebbe chiudere il libro dei sogni, aprire gli occhi e mettendo i piedi per terra:

a) garantire, come prevede la Costituzione la sicurezza nel posto di lavoro a tutta la comunità scolastica (gratuità a tutti dei tamponi e periodici controlli a campione);

b) eliminare per sempre le classi pollaio;

c) assicurare, dopo il fallimento dello scorso anno scolastico, un piano dei trasporti idoneo per gli studenti;

d) assicurare l’inizio delle attività didattiche in presenza con tutti i docenti in cattedra;

e) investire risorse serie nell’edilizia scolastica (1 aula su 2 in Italia non è a norma!).

La scuola è un luogo di confronto serio e articolato; spazio dove (si dovrebbe) imparare a pensare. Non ad obbedire”.

Fabio Madau – docente, Sassari

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