Il tempo stringe. Due settimane per riaprire la scuola e non richiuderla. Il governo ha lanciato la corsa per mettere in sicurezza le classi e tutto il personale che gravita intorno al mondo dell’istruzione. E d’altronde è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli a spiegare come tra le priorità dei prossimi mesi sia quella di accelerare sulla vaccinazione della fascia d’età tra i 12 e i 18 anni, coincidente a grandi linee con la popolazione studentesca delle scuole medie e dei licei e istituti tecnico-professionali.
L’obiettivo è quello di arrivare entro settembre ad almeno il 60% di vaccinati tra gli studenti. Un target in linea con l’andamento della campagna vaccinale: “Ma ogni numero in più, ogni studente in più può fare la differenza tra una classe che rimane aperta e il ritorno alla didattica a distanza”, spiega una fonte di governo.
Quella successiva a Ferragosto è una settimana cruciale anche sul fronte del personale scolastico. Venerdì 20 Figliuolo attende sulla sua scrivania il censimento chiesto ai presidenti sulla quantità di personale vaccinato e non nei singoli territori. Oltre il 90% tra docenti e personale tecnico-amministrativo ha completato il ciclo, e a un mese fa risultavano solamente 200mila a mancare all’appello. Un numero che nelle previsioni del governo è destinato a salire, ma preoccupa la previsione di una disparità territoriale, che avvicinerebbe alcune Regioni al 100% di vaccinati bilanciate in negativo da chi è rimasto più indietro.
Misure anche preventive in vista di turbolenze settembrine. Sasso e Floridia, i due sottosegretari all’Istruzione rispettivamente di Lega e Movimento 5 stelle hanno annunciato battaglia in Parlamento per sfoltire se non eliminare le sanzioni per il personale che rifiuta il green pass. A loro si aggiungono i sindacati, che hanno sfornato un documento unitario di forte critica rispetto all’operato del governo. Lo firmano praticamente tutti, Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda e l’Anief, che tuonano: “In una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento sta alimentando forti tensioni”, denunciando che “scarica sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte”, visto che non c’è nessun intervento strutturale per decongestionare le classi sovraffollate, né si pensa a un presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative nelle scuole. Il ministero assicura che continuerà la concertazione con i lavoratori del mondo della scuola, mentre i presidi chiedono gli elenchi di chi non è vaccinato, protestando per i controlli che, in caso di mancanze o omissioni, porterebbero a multe salate anche per i dirigenti scolastici.