(di Valentina Roncati)
La 'mano pesante' del Green pass
sulla scuola non riguarda solo docenti, supplenti, bidelli e
personale di segreteria non in regola con la certificazione, ma
si abbatte anche sui dirigenti scolastici: il mancato controllo,
se non si assicura che coloro che varcano i cancelli
dell'istituto che si dirige siano a posto con la normativa,
comporterà, per il preside, il rischio di una multa da 400 a
mille euro.
Una novità, questa, che ovviamente crea malumore tra i
diretti interessati e i sindacati di settore che chiedono di
eliminarla velocemente. La politica ha intercettato il malessere
e la sottosegretaria all'Istruzione Barbara Floridia, pur
difendendo il provvedimento, interviene prontamente: "Sulle
sanzioni ai presidi - dice - è in corso una riflessione politica
perchè da più parti sono arrivate perplessità ed è possibile che
in fase emendativa il Parlamento proponga modifiche alla norma".
"Ne chiediamo al più presto il cambiamento - ribadisce dal
canto suo la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi -,
viene infatti previsto per il preside un nuovo profilo, quello
dell'ispettore per la salute: non è possibile, i presidi
svolgono un compito di indirizzo e leadership educativa e
pedagogica, ogni distrazione fa un danno e non può essere
individuato il dirigente per un adempimento che non attiene al
suo ruolo". Più pragmatico Antonello Giannelli, che guida i
presidi di Anp. "È normale che la violazione di un obbligo sia
sanzionata. Dispiace però che questa misura sia stata adottata
senza un preventivo confronto. E' inoltre inaccettabile -
aggiunge - che ai dirigenti scolastici non siano assegnate le
risorse umane che chiediamo da tempo, assolutamente necessarie
per assolvere i compiti, sempre più numerosi, che vengono loro
richiesti. Ed è ancora più inaccettabile che sui colleghi
incombano molti più oneri che sugli altri dirigenti dello Stato,
a fronte di una retribuzione nettamente inferiore". Lo Snals,
con Elvira Serafini, prospetta il rischio caos, dal momento che,
fa notare, gli istituti, già gravati da numerosi compiti, non
dispongono di conoscenze e strumenti adeguati per attivare un
processo sicuro ed affidabile di verifica del Green pass. "Tra
l'altro - afferma Serafini - esiste il problema dei supplenti
individuati dalle graduatorie di istituto che si avvicendano
costantemente sui posti di insegnamento e su quelli Ata e per i
quali il sistema della verifica comporta impiego di tempo e
personale. Ed essendo il Green pass acquisibile anche tramite
esito negativo del tampone, le scuole potrebbero trovarsi
quotidianamente a gestire decine di verifiche". Il sindacato
Anief lancia una petizione per invitare i parlamentari a
cancellare la norma del decreto che estende il Green Pass al
personale scolastico e agli studenti universitari ed annuncia
che sono pronti i ricorsi "perché giuridicamente il
provvedimento non è sostenibile, e peraltro è in contrasto con
le indicazioni comunitarie". "Si va verso lo sciopero generale",
annuncia il presidente Marcello Pacifico.
Il decreto sull'obbligo del Green pass per la scuola prevede
cento milioni per effettuare uno screening della popolazione
scolastica e 358 milioni per pagare chi dovrà sostituire il
personale "assente ingiustificato". Ma si tratta di risorse
largamente insufficienti per i sindacati: il decreto ha
previsto la copertura per poco meno di 50.000 non vaccinati,
fanno notare, da settembre a dicembre, "dunque o la copertura è
sottodimensionata oppure si è costruito questo provvedimento per
50 mila persone che su un totale di oltre 1 milione che lavorano
nella scuola è una percentuale infinitesimale".
Tra il personale scolastico, sono 217.870 i soggetti che ad
oggi non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino, pari a
14,87% ; la settimana scorsa erano 220.605. Aumenta intanto il
numero di giovanissimi che si fanno vaccinare: quasi un milione
di under 19 sono già vaccinati contro il Covid e nella fascia
16-19 anni uno su 2 ha fatto la prima dose.
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