"Così un controllo post Covid mi ha salvato la vita"

Una Tac polmonare ha svelato un tumore raro al cuore, operato all'ospedale di San Donato. Filippo, 38 anni: è come essere rinato due volte

Filippo Zampagni, 38 anni, operato dall’équipe del dottor Marco Diena

Filippo Zampagni, 38 anni, operato dall’équipe del dottor Marco Diena

San Donato Milanese (Milano) - Il coronavirus , in un certo senso, gli ha salvato la vita. Già, perché è stato proprio sottoponendosi a un controllo post Covid che Filippo Zampagni, un imprenditore piemontese di 38 anni, ha scoperto di essere affetto da una rara forma di tumore cardiaco, e grazie a questa diagnosi precoce gli è stato possibile operarsi tempestivamente, e con successo, al Policlinico San Donato. Un intervento che anche in sé è straordinario: è l’unico caso in cui questa patologia rarissima è stata operata con una tecnica mininvasiva endoscopica in 3D. L’anomalia è emersa con una tac polmonare alla quale il giovane si era sottoposto lo scorso febbraio: tre mesi prima il 38 enne aveva contratto il Covid e per superarlo aveva affrontato un ricovero e un trattamento con l’ossigeno. L’esame di controllo sui postumi del virus ha evidenziato una dilatazione dell’aorta e una massa di 2,5 centimetri nel ventricolo sinistro.

I medici hanno tentato una terapia anticoagulante, pensando a una complicanza del Covid, ma la massa non è regredita. Ulteriori indagini hanno identificato infatti una patologia diversa: un tumore cardiaco, un mixoma del ventricolo sinistro, di cui sono descritti pochi casi al mondo. Si tratta di una neoplasia benigna, ma che espone al rischio di embolìa, perché il mixoma, una massa gelatinosa, si muove all’interno del ventricolo e può staccarsi o parcellizzarsi, entrando in circolo. "Mi sono sentito crollare il mondo addosso, non avrei mai immaginato che nel cuore potesse formarsi un tumore – racconta Zampagni -. Sono stati mesi difficili, di stress e forti preoccupazioni. Grazie alla mia compagna, e alla professionalità e umanità dei medici che mi hanno assistito, ho trovato la forza per guardare avanti".

Filippo è stato indirizzato al Policlinico San Donato, centro di eccellenza per il trattamento delle patologie cardiache dove il dottor Lorenzo Menicanti, oggi direttore scientifico, ha sviluppato tecniche cardiochirurgiche pionieristiche sul ventricolo sinistro. Il 38enne è stato preso in carico da Marco Diena, responsabile della Cardiochirurgia mininvasiva ed endoscopica, e dal suo staff: "Abbiamo valutato il caso con un “cardioteam”, una squadra multidisciplinare di cardiologi, cardiochirurghi ed esperti di imaging – spiega Diena -. Il responso unanime è stato che dovevamo intervenire al più presto: il tumore, attaccato a un esile peduncolo, si muoveva ad ogni contrazione del cuore, ovvero circa 100 mila volte al giorno". "Quello di Filippo – sottolinea – è l’unico caso noto operato tramite una tecnica mininvasiva endoscopica in 3D che ci ha consentito, in circolazione extracorporea e quindi a cuore fermo per pochi minuti, di recidere il peduncolo che teneva il tumore in sede e rimuoverlo senza frantumarlo".

Operato l’8 giugno, dopo due giorni Filippo passeggiava in reparto, in una settimana era a casa. Non dovrà fare ulteriori terapie. "Ora porto al polso un braccialetto con la scritta “rinascita“ – dice –. È come essere rinato due volte, dopo il Covid e dopo il tumore".  

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