Scuola, precari in rivolta: «Vogliamo l’assunzione» 

Sindacati in piazza per sollecitare il governo a coprire i 1.586 posti vacanti «Va favorita l’immissione in ruolo dei docenti evitando supplenze a termine»

Procedure di stabilizzazione immediate e un reclutamento "veloce" del personale. Alla vigilia della chiusura dell'anno scolastico, sindacati e precari aderenti alla Flc Cgil, Cisl Scuola, Federazione Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Anief, sono scesi in piazza per chiedere la modifica del decreto Sostegno bis, per quanto attiene il capitolo scuola. Al presidio simbolico, che si è svolto ieri, in piazza Unione, a Pescara, in concomitanza con altre città italiane, hanno partecipato una cinquantina di manifestanti. Il rischio concreto, numeri alla mano, è che il 1° settembre prossimo risultino 1.586 posti vacanti nelle scuole abruzzesi di ogni ordine e grado. Cattedre disponibili per le immissioni in ruolo che, in assenza di concorsi e procedure concluse, verranno coperti, ancora una volta, con supplenze a termine.
«Con impegni disattesi», dicono i sindacati, «nonostante il patto per la scuola siglato il 20 maggio scorso. Documento che non corrisponde alle linee tracciata dal Sostegni bis, che contiene provvedimenti inadeguati e insufficienti».
IN CATTEDRA
Risolvere, al più presto, il problema della carenza di organico «per riportare il maggior numero di docenti in cattedra all'inizio del nuovo anno scolastico». La richiesta arriva da Nicola Trotta, segretario generale Flc-Cgil di Pescara che evidenzia come «sia necessaria la proroga dei contratti in scadenza perché le scuole non si fermano. Il 16 giugno avranno inizio gli esami di Stato e il personale non è sufficiente a coprire tutte le esigenze. Il Governo si era impegnato a effettuare subito i concorsi ordinari, banditi lo scorso anno e non ancora espletati, e quelli straordinari, che sono in itinere. I tempi per stilare le graduatorie sono lunghi e non c'è alcuna certezza di avere il personale in cattedra già dal 1° settembre».
I NUMERI
Sul piano nazionale i posti vacanti sono circa 115mila. In Abruzzo le cattedre disponibili per le immissioni in ruolo arrivano a 1.586: quasi 500 nel primo ciclo di studi, scuola dell’infanzia e primaria, e 1.087, di cui 252 sul sostegno, per il secondo ciclo scolastico. «Le scuole chiedono di poter lavorare con organici adeguati, con tempo scuola disteso, con classi non numerose per dare alle studentesse e agli studenti una scuola pubblica di qualità», evidenzia Trotta, «chiediamo alle forze politiche di impegnarsi a cambiare il provvedimento durante l’iter di conversione in legge». Il decreto Sostegni, secondo quanto evidenziato dai sindacati, «prevede il blocco della mobilità per il personale e non specifica nulla sul capitolo concorsi. Avevamo chiesto l'apertura ai concorsi straordinari anche dei docenti con un solo anno di servizio», fa notare Trotta, «ma la soglia è rimasta a tre anni. A settembre ci ritroveremo nelle stesse condizioni dello scorso anno, con 80mila assunzioni autorizzate e poco più di 20mila effettuate realmente. Con il risultato che migliaia di cattedre verranno messe a supplenza».
LE RICHIESTE
L'imperativo è fare presto. Lo hanno ribadito, ieri, le organizzazioni sindacali della scuola elencando le richieste trasmesse al Governo: ripristinare quanto stabilito nel patto per la scuola e modificare l'impalcatura del decreto Sostegni per consentire un reclutamento dei docenti più veloce «o si rischia un altro anno di passione».
«Chiediamo procedure di stabilizzazione immediate», afferma Davide Desiati, segretario Cisl scuola Abruzzo, «così come c'è stato un reclutamento dei medici, nella fase di emergenza pandemica, riteniamo sia necessario premere l'acceleratore sul concorso straordinario consentendo l'accesso ai docenti, per esempio, tramite la formula del corso-concorso, per abbreviare i tempi, per gli abilitati e per quanti hanno un minimo di anni di esperienza. Questo, tuttavia, nelle aree tecniche e matematiche non è sufficiente perché le graduatorie sono esaurite da tempo e bisogna pensare ad un reclutamento con una prova iniziale per, poi, prendere l'abilitazione in itinere». A questo si aggiungono i problemi storici di un'edilizia scolastica «fatiscente e datata con situazione critiche in Abruzzo».
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