La scuola va in vacanza? No, è già tempo di proteste

Ieri un presidio dei sindacati in centro storico contro il nuovo decreto legge "Servono misure concrete per dare continuità e stabilità a chi lavora"

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Le lezioni sono appena terminate ma la scuola protesta ancora in previsione di settembre.

Ieri, in piazza Del Monte, FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, Snals e Anief hanno indetto un presidio unitario contro il nuovo decreto legge in materia scolastica. Una manifestazione che ha interessato, oltre alla nostra città, altrettanti comuni in tutta Italia.

Il 20 maggio era stato infatti firmato il "Patto per la Scuola al centro del Paese" fra le organizzazioni sindacali confederali e il governo, mentre quest’ultimo aveva già predisposto un decreto in merito.

"Siamo qui affinché le decisioni prese dal governo si adeguino al nostro patto – hanno annunciato al megafono alcuni esponenti – Occorrono misure urgenti per modificare la situazione attuale". In particolare, i punti fondamentali presentati dai sindacati si rivolgono alla stabilizzazione di tutti i precari sia abilitati e specializzati sia con tre anni di servizio, oltre che a quella dei DSGA con tre anni di esperienza alle spalle. Seguono poi il superamento dei blocchi sulla mobilità del personale e il rafforzamento degli organici del personale docente, educativo e ATA, partendo dalla riconferma del cosiddetto organico Covid.

Infine, a seguito di un intero anno scolastico trascorso fra varie situazioni di disagio, i sindacati domandano anche per la riduzione del numero massimo di alunni per classe, con miglioramenti di edilizia scolastica annessi.

"Il Patto per la Scuola riconosce l’impegno profuso da tutto il personale durante la pandemia – hanno continuato gli esponenti durante il presidio – Ora questo riconoscimento va concretizzato e tradotto in misure e interventi che assicurino stabilità e continuità al lavoro e il regolare avvio del prossimo anno scolastico.

Chiediamo alle forze politiche di impegnarsi a cambiare il provvedimento durante l’iter di conversione in legge. Diciamo no a scelte unilaterali".

Maya Menozzi