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Lavoro, Cfi: “L’esperienza italiana fa scuola, la legge Marcora protagonista in Europa”

Il Parlamento europeo l’ha, da tempo, individuata come una buona prassi

(Fotogramma)

L’Europa guarda al modello italiano delle imprese rigenerate dai lavoratori attraverso il modello cooperativo (Wbo). Cecop - Confederazione europea delle cooperative industriali e di servizi – dedica la sua conferenza del 29 novembre, a Bruxelles, ai workers buyout e agli strumenti finanziari, normativi ed operativi che ne rafforzano il successo e la sostenibilità nel tempo.

In questo contesto – in cui, tra gli altri, interverranno Santina Bertulessi, capo di gabinetto del Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali e Miglena Dobreva, advisor della Banca Europea degli Investimenti – saranno centrali le lezioni apprese dall’esperienza del nostro Paese: ossia la Legge Marcora, che dal 1985 costituisce un modello unico ed originale di intervento, e Cfi – Cooperazione Finanza Impresa, la società finanziaria di attuazione della Marcora. La Legge Marcora e Cfi, da diversi anni, suscitano l’interesse anche al di fuori dei confini nazionali, sia nelle istituzioni che nel movimento cooperativo. Lo stesso Parlamento europeo l’ha, da tempo, individuata come una buona prassi che deve costituire un riferimento normativo per i Paesi Ue, per favorire il trasferimento di aziende in crisi a cooperative costituite dai propri dipendenti e garantire loro mezzi finanziari, assistenza tecnica, supporto e monitoraggio.

La conferenza di Cecop rappresenta un’occasione di confronto e approfondimento per rafforzare il sistema di supporto che il movimento cooperativo è in grado di garantire alle esperienze di imprese rigenerate dai lavoratori (Wbo), le competenze tecniche e la strumentazione finanziaria necessaria a rendere le acquisizioni di impresa da parte dei lavoratori efficaci e sostenibili a lungo termine.

“Il modello italiano -commenta Mauro Frangi, presidente di Cfi, che terrà un intervento alla conferenza sulle caratteristiche e i risultati raggiunti nel nostro Paese – funziona e dura nel tempo perché collega strettamente l’azione e le risorse dello Stato, il ruolo attivo delle associazioni del movimento cooperativo e la responsabilità ed il protagonismo diretto dei lavoratori. La conferenza sarà l’occasione per valorizzare queste caratteristiche e, nello stesso tempo, rafforzare ulteriormente la partnership che Cfi ha costruito in questi anni con il Fondo europeo per gli investimenti e la stessa Commissione Europea”.

Cfi dal 1986 ad oggi, ha finanziato 584 imprese cooperative, realizzando investimenti complessivi per 335,7 milioni di euro e contribuendo al mantenimento di 28.486 posti di lavoro. Le imprese rigenerate dai lavoratori (Wbo) sono state 332, con un impatto occupazionale superiore alle 10 mila unità. Se si considera solo il più recente periodo operatività, dal 2011 ad oggi, Cfi ha finanziato e sostenuto 93 Wbo, che impiegano 2.942 persone e sviluppano un volume di affari di 502 milioni, con un investimento complessivo di 49.3 milioni di euro.

Cfi ha ampliato il suo campo di intervento: non solo investe e accompagna imprese rigenerate dai lavoratori, ma supporta imprese cooperative capaci di rimettere nel circuito economico beni ed attività confiscati alla criminalità organizzata, start-up di giovani che nella cooperativa individuano la strada migliore per uscire da un destino di precarietà, ed infine sostiene cooperative sociali che, attraverso un’iniziativa imprenditoriale di proprietà dei lavoratori, costruiscono risposte ai bisogni della propria comunità o occasioni di inserimento per soggetti in condizione di svantaggio personale e sociale.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Coca-Cola Italia celebra apertura nuovi uffici Milano in...

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La scelta dell'area metropolitana rappresenta un impegno tangibile di Coca-Cola nel voler garantire alle proprie persone uno spazio di incontro

Coca-Cola Italia celebra apertura nuovi uffici Milano in occasione 138° anniversario

Con una piccola cerimonia rivolta a dipendenti e autorità locali, Coca-Cola Italia ha inaugurato i propri uffici milanesi che si troveranno nella sede di Via Monte Rosa 91: un nuovo capitolo per l’azienda che ritorna all’interno della città di Milano, proprio nella settimana in cui si celebrerà il 138º anniversario della nascita di Coca-Cola, avvenuta l'8 maggio 1886 ad Atlanta.

Accanto alla vicepresidente e direttore generale per Italia e Albania Phillipine Mtikitiki, al taglio del nastro hanno preso parte il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello, l’assessora allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Milano Martina Riva, oltre a Francesco Rovere, senior development manager di Axa IM Alts, che gestisce per conto dei propri clienti l’asset Monte Rosa 91: un importante riconoscimento per l’azienda che, insieme ai suoi partner imbottigliatori, continua a contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio, della Regione e del Paese nel suo complesso anche attraverso l’intera filiera, forte della propria storica presenza fin dal 1927, quando la prima bottiglia di Coca-Cola venne prodotta in Italia.

La scelta dell'area metropolitana di Milano come sede dei propri uffici, nell’iconica cornice di Monte Rosa 91, rappresenta un impegno tangibile di Coca-Cola nel voler garantire alle proprie persone uno spazio di incontro dove il business possa trovare un equilibrio con momenti conviviali, all’insegna della socialità e della collaborazione.

"Pur essendo un'azienda globale, Coca-Cola opera a livello locale in ogni comunità in cui è presente", ha dichiarato Phillipine Mtikitiki, vicepresidente & direttore generale per Coca-Cola Italia e Albania. "Siamo orgogliosi dei quasi 100 anni di storia della nostra azienda in Italia, come leader nel settore delle bibite e delle bevande. L'apertura dei nuovi uffici a Milano riflette il nostro impegno continuo nel crescere insieme alle realtà in cui operiamo ma con più siamo entusiasti di poter offrire ai nostri dipendenti un nuovo spazio di lavoro pensato appositamente per loro, dove potranno sentirsi ispirati, produttivi e coinvolti nel creare la magia di Coca-Cola per il nostro paese.

Non da meno sarà l’attenzione alla sostenibilità, su cui Coca-Cola da sempre è impegnata per i propri prodotti e non manca quindi di farlo per i propri uffici: la sede milanese di Coca-Cola sta perseguendo la prestigiosa certificazione LEEDv4 ID+C Platinum, il più alto livello di certificazione. LEED è un sistema di classificazione degli edifici ecologici, utilizzato a livello globale e verificato da terze parti, emesso dal Green Building Council degli Stati Uniti. La certificazione di livello Platinum rappresenterà un risultato significativo e una prova dell’impegno per un futuro più sostenibile, dato che solo il 6% degli edifici certificati LEED in tutto il mondo raggiunge questo livello di qualità. In Italia solo 15 edifici rientrano in questo livello (LEED ID+C Platinum).

Monte Rosa 91 è l’iconico progetto realizzato ad inizio anni 2000 dal Renzo Piano Building Workshop e recentemente riqualificato dallo stesso Team di Professionisti; una rigenerazione che ha trasformato l’asset da un immobile a destinazione prettamente direzionale in un campus ad uso misto, progettato per soddisfare al meglio le esigenze degli occupanti e dell’intorno urbano. Il nuovo complesso ospita molte primarie società internazionali e offre un’ampia gamma di servizi, promuove il benessere e propone una concezione del lavoro più flessibile.

Il progetto dei nuovi uffici ha visto il coinvolgimento di CBRE, leader internazionale di consulenza immobiliare, in qualità di advisor con i propri team di Advisory & Transaction Services per l’identificazione dell’immobile, il team ESG & Sustainability Solutions per il conseguimento della certificazione LEEDv4 ID+C Platinum in corso e il team di Project Management che ha gestito il progetto di fit-out dei nuovi uffici firmato CBRE Design Collective.

Accanto alla inaugurazione dei nuovi uffici, Coca-Cola ha voluto celebrare un ulteriore legame con la città, svelando insieme a Nevio Devidè, chief revenue officer di Fondazione Milano Cortina 2026, il nuovo logo che accompagnerà le iniziative del brand a supporto dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026.

“Dal 1928, Coca-Cola è sponsor del Movimento Olimpico e sarà al fianco del prossimo appuntamento invernale con l’obiettivo di creare un’ulteriore connessione con il Paese e lasciare un’eredità positiva.” Ha commentato Luca Santandrea, general manager Coca-Cola Milano Cortina 2026.

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Donne italiane ancora al bivio tra occupazione e maternità:...

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Sarà presentato il prossimo 14 maggio a Milano nel convegno in programma all’Auditorium del Palazzo del Lavoro

Donne italiane ancora al bivio tra occupazione e maternità: lo studio di Fondazione Gi Group e Valore D

Un vero e proprio gap nel gap. Che allarga ulteriormente il divario occupazionale con gli uomini e segna una frattura, a volte temporanea, a volte definitiva, nel percorso professionale di molte lavoratrici. E' l’effetto della maternità sulle carriere femminili, un fenomeno comune a livello europeo ma con un impatto particolarmente negativo in un Paese come il nostro, all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile e con uno fra i più bassi tassi di fecondità. Se guardiamo infatti i dati (al 2022), da noi solo il 51,1% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, contro una media Ue27 del 64,9%, e il numero medio di figli per donna è 1,24, un valore molto al di sotto di Paesi come la Francia (1,79), la Svezia (1,53) e l’Olanda (1,49).

La posizione del nostro Paese non cambia se si considera l’occupazione femminile nella fascia di età 25-49 - il periodo della vita in cui tendenzialmente si entra nel mercato nel lavoro e si costruisce una famiglia - che vede le donne svantaggiate di circa 20 punti percentuali sugli uomini e di 14,6 sulla media Ue.

La forte penalizzazione delle madri nel mercato del lavoro ha alle spalle un concorso di fattori sociali, demografici, culturali, normativi e legislativi che fa sì che da noi i carichi di cura siano ancora fortemente sbilanciati sulle donne, impegnate in media per 4,9 ore al giorno in questo tipo di attività rispetto alle 2 degli uomini, secondo gli ultimi dati pubblicati (2023), per un totale di 43,5 giorni in più all’anno.

Invertire la rotta, per correggere uno dei principali fattori di insostenibilità del mercato del lavoro e dell’intero sistema Paese, è necessario e urgente. Una direzione la traccia lo studio di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D 'Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità', che sarà presentato il prossimo 14 maggio a Milano nel convegno organizzato all’Auditorium del Palazzo del Lavoro in Piazza IV novembre 5.

Il rapporto è unico nel suo genere perché combina, in un approccio multidisciplinare e multistakeholder, l’analisi della letteratura internazionale, uno sguardo comparato su sei Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) e l’ascolto della voce diretta delle imprese, pmi, grandi aziende e multinazionali.

Attraverso un corposo lavoro di analisi che ha visto la collaborazione di alcuni fra i massimi esperti italiani di temi di genere, demografici e occupazionali, lo studio evidenzia una serie di possibili soluzioni capaci concretamente di favorire occupazione, sviluppo professionale delle donne e genitorialità, coinvolgendo, in un’ottica di sistema, tutti gli attori: istituzioni, imprese, parti sociali, terzo settore.

Il Convegno, con avvio in streaming alle ore 10.30, sarà moderato da Fabio Insenga, vicedirettore di Adnkronos, e introdotto da Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group e Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D. A loro seguirà l’intervento dello scrittore Alessandro D’Avenia, che rifletterà sul valore della genitorialità in un talk ispirazionale dal titolo 'Generare o degenerare? Questo è il problema'.

I lavori proseguiranno con la presentazione dei principali risultati dello studio, a cura di Rossella Riccò, responsabile Area Studi e Ricerche di Fondazione Gi Group e Ulrike Sauerwald, responsabile del Centro Studi di Valore D. Interverranno inoltre Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica Sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano e Dirigente del 'Center for Applied Statistics in Business and Economics' e Francesco Seghezzi, presidente Adapt, che approfondiranno le principali evidenze demografiche e occupazionali della ricerca.

Spazio poi all’esperienza delle aziende in una tavola rotonda dedicata al racconto di alcune best practices. Interverranno: Annibale Baldari, Executive Director HR Transformation and Strategic Operation and DEI Champion Italy Hub di Eli Lilly, Donatella De Vita, Global Head of Engagement and Welfare and DEI di Pirelli, Valentina Pirrò, Recruiting, Employer Branding, Culture & Inclusion Manager di Vodafone, Stefano Fasani, Founder and Program Manager di Open-es. Adnkronos Demografica sarà mediapartner dell’evento, che sarà trasmesso anche in live streaming su: https://youtube.com/live/XqroV7UFeoI?feature=share.

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Professioni, Commercialisti: “Crescono iscritti e...

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A fine 2023, la quota di donne è salita al 33,8%, mentre la quota di giovani, invece, si è portata al 14,7%

Professioni, Commercialisti:

Nel corso del 2023 l’Albo dei commercialisti fa registrare l’ingresso di 1.864 nuovi iscritti e 161 nuove Società tra professionisti. Rispetto al 2007, anno di formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri partito ufficialmente il 1° gennaio 2008, gli iscritti sono aumentati del 12% raggiungendo la cifra di 120.424. In sedici anni, l’Albo è cresciuto di quasi 13 mila unità, mentre gli iscritti alle casse di previdenza della categoria sono aumentati di oltre 21 mila unità, ad un ritmo di quasi il 27% rispetto al 2007. Negli ultimi due anni, cioè nel biennio post-pandemico, il reddito medio dei commercialisti è cresciuto di quasi il 18% in termini nominali (+9,3% nel 2022 e +7,6% nel 2023) e del 2,2% in termini reali, cioè al netto dell’inflazione. Si tratta di un importante recupero rispetto al periodo pre-pandemico anche se il confronto con il 2008, al netto dell’inflazione, è ancora negativo (-8,4%). La dinamica complessiva degli iscritti all’Albo è contraddistinta da una crescita al Nord (+0,8%) e un calo di iscritti a Sud (-0,6%), mentre nel Centro si registra un andamento quasi stazionario (+0,1%). Sono i principali dati che emergono dalla nuova edizione del Rapporto annuale sull’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione Nazionale di Ricerca della categoria.

Il reddito professionale netto medio dei commercialisti nel 2023 è aumentato del 7,6%, un po’ meno rispetto al +9,3% dell’anno precedente. Il valore medio si è portato a 73.277 euro, mentre il reddito mediano è cresciuto del 6,9% portandosi a 41.974 euro pari al 57,3% di quello medio, in leggero calo rispetto al 57,6% dell’anno prima. Rispetto al 2008, il reddito professionale netto medio è aumentato del 22,4%, mentre lo stesso espresso in termini reali, cioè al netto dell’inflazione, è diminuito dell’8,4%.

La maggior parte dell’incremento del reddito medio è avvenuta negli ultimi due anni (+18%), cioè nel periodo post-pandemico, favorito sia dal rimbalzo economico sia dall’aumento del tasso di inflazione. Infatti, a fronte di una crescita nominale del 18%, si è verificata una crescita reale, cioè al netto del tasso di inflazione, del 2,2%. Il reddito professionale medio dei Commercialisti viene elaborato dalla Fondazione Nazionale di ricerca dei commercialisti (fnc) come media ponderata dei redditi dichiarati alle due casse di previdenza della categoria, la Cassa dottori (Cnpadc) e la Cassa ragionieri (Cnpr). Nel 2023, il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa Dottori è pari a 80.318 euro (+8,1% sul 2022), mentre il reddito medio professionale degli iscritti alla Cassa ragionieri è pari a 55.917 euro (+5,4% sul 2022).

Nel corso del 2023, gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, nonostante il trend negativo del mondo delle libere professioni in generale, sono aumentati di 143 unità pari ad una crescita percentuale dello 0,1% sul 2022. In sedici anni, gli iscritti all’Albo sono aumentati di 12.925 unità, +12% sul 2007. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è aumentata dello 0,8%, mentre le imprese attive sono diminuite dell’1,5%. Ciò ha determinato un calo significativo del rapporto tra la popolazione e gli iscritti, passato in sedici anni da 555 a 490 e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 48 a 45. A fine 2023, la quota di donne è salita al 33,8%, mentre la quota di giovani, invece, si è portata al 14,7%.

Come già accaduto nel 2022, gli iscritti al Registro dei praticanti sono ancora diminuiti (-9,9% rispetto al -8,4% del 2022), portandosi a 11.522. Il calo in valore assoluto è stato di 1.259 iscritti. La diminuzione è stata particolarmente elevata nel Sud (-13,1%) rispetto al Nord (-5,2%) e al Centro (-9,6%). In controtendenza solo il dato delle Isole (+1,3%), mentre nelle regioni meridionali si è registrato un forte calo (-15%).

Nel corso del 2023, la crescita in valore assoluto degli iscritti nella sezione B dell’Albo è stata di 58 unità pari al +2,7% rispetto al +9,5% di un anno prima. Particolarmente marcato risulta il rallentamento nelle regioni settentrionali (+2,5% contro il +12,7% di un anno prima), ma anche nelle regioni centrali (+4,8% rispetto al 13,1% del 2022). Buono l’andamento degli iscritti in Lombardia (+4,8%) e nel Lazio (+9,7%). Da segnalare, comunque, un’inversione di segno nelle regioni meridionali (+0,7%) contro il -12,6% del 2022).

Nel corso del 2023, le STP passano da 1.607 a 1.768 con un incremento in valore assoluto di 161 unità e in termini relativi del 10%, comunque meno rispetto al +13,6% di un anno prima. Bene la crescita delle STP nelle regioni centrali (+13%) spinta dal Lazio (+18,5%) e dalla Toscana (+14,1%). Bene anche la Lombardia (+14,6%), che contribuisce per quasi il 40% (62 su 161) all’incremento complessivo.

“In un momento nel quale il mondo dei liberi professionisti sperimenta una crisi di iscrizioni - afferma Elbano de Nuccio, presidente Consiglio nazionale commercialisti - la professione di commercialista, come emerge dai dati del Rapporto, mostra una particolare resilienza. Non solo continua a crescere come numero, ma è particolarmente dinamica, soprattutto negli ultimi due anni, come si vede dal netto recupero del reddito medio. Possiamo guardare con fiducia al futuro e giocare un ruolo da protagonisti nei processi di cambiamento economici e sociali che ci attendono. Pensiamo alla grande opportunità di sfruttare il potenziale delle pmi per far fronte efficacemente a tutte le sfide europee in atto. Come commercialisti giochiamo una partita decisiva”.

“Questo Consiglio nazionale - aggiunge - è determinato nell’impegno per il rilancio della figura e del ruolo del commercialista. Siamo consapevoli che, per essere protagonisti del nostro futuro, dovremmo essere in grado di essere centrali nella definizione, nell’implementazione e nell’attuazione delle nuove politiche pubbliche. Questo richiede il massimo impegno di tutti gli organi di categoria, la presenza costante e la partecipazione a tutti i tavoli istituzionali, da quelli internazionali a quelli nazionali e locali, proprio come stiamo facendo a livello di Consiglio nazionale”.

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