Stabilizzazione di tutti i
precari abilitati, specializzati o con 3 anni di servizio. Ma
anche dei direttori di servizi generali e amministrativi facenti
funzione. In piazza, poi, per chiedere il superamento dei
blocchi sulla mobilità, il rafforzamento degli organici del
personale docente, educativo e Ata a partire dalla conferma
dell'organico Covid e di consentire la partecipazione a un nuovo
concorso anche in caso di mancato superamento del precedente. Di
particolare importanza per la Sardegna, inoltre, la richiesta di
riduzione del numero massimo di alunni per classe.
Sono alcune delle motivazioni che questo pomeriggio hanno
portato docenti e sindacati - la manifestazione è organizzata a
livello nazionale da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anief - davanti al
Consiglio regionale a Cagliari e in Piazza Italia a Sassari. "La
riduzione del numero massimo di alunni per classe - spiega Maria
Luisa Serra, segretaria regionale della Cisl scuola - è una
battaglia da anni proposta e sostenuta dal nostro sindacato per
le caratteristiche del territorio sardo, con la presenza di
numerosi piccoli comuni dove difficilmente si raggiungono i
numeri richiesti dalle norme ministeriali, per migliorare la
didattica e per non costringere i bambini fin da piccoli a
spostarsi, non sempre di pochi chilometri, per raggiungere la
scuola".
Con bandiere e interventi al megafono tutta la scuola sarda
si è unita alle manifestazioni di protesta organizzate dai
sindacati. In piazza anche i Cobas. "Per stabilizzare tutti i
docenti precari dopo i tre anni di servizio e gli Ata dopo i due
anni, oltre i limiti posti dal decreto - spiegano - per
trasformare le graduatorie per le supplenze in graduatorie a
scorrimento per passare di ruolo; per eliminare la previsione
di qualsiasi vincolo per i docenti che entrano in ruolo e
l'obbligo di fare a inizio settembre corsi di recupero
gratuitamente; per bloccare, infine, l'approvazione
dell'introduzione dell'obbligo di formazione in servizio
gratuito".
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