La dichiarazione

Rientro a scuola, Anief: “Bene i test rapidi agli alunni, ma i docenti chi li tutela?”

29 marzo 2021 | 15:00
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Rientro a scuola, Anief: “Bene i test rapidi agli alunni, ma i docenti chi li tutela?”

Marcello Pacifico: “Solo poco più della metà è stato vaccinato e un docente su tre è potenzialmente ‘fragile'”

Scuola – Sembra trovare ascolto la linea chiesta dall’Anief sul ritorno in classe dopo Pasqua accompagnato da un accurato e continuo monitoraggio sullo stato di salute degli studenti: la richiesta del sindacato di attuare un tracciamento continuo degli allievi avrebbe infatti trovato seguito nel piano che starebbero elaborando il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il consigliere Agostino Miozzo, già coordinatore del Cts, in vista della riapertura delle scuole. Se il progetto dovesse andare in porto, finanziamenti permettendo, rimarrebbe tuttavia in vita il problema della tutela del personale scolastico. Anief apprezza pertanto l’intenzione di fare i tamponi agli studenti, ma qualora il piano di rientro si dovesse attuare pure nelle zone rossa, allora in quei territori più a rischio i tamponi andrebbero fatti ogni giorno. E non solo.

“Ammesso che si riescano finalmente a monitorare gli alunni – chiede Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato –, come si tutelerebbe allo stesso modo il personale, considerando che solo poco più della metà è stato vaccinato e che un docente su tre è potenzialmente ‘fragile’ visto che ha oltre 55 anni di età? La verità è che serve un progetto semestrale, che permetta di avviare il prossimo anno scolastico con aule più grandi e numeri inferiori di alunni per classe. Solo in questo caso, garantendo un distanziamento minimo di un paio di metri tra ogni individuo che vive la scuola, si potrà finalmente rispettare la regola numero uno per non contagiarsi e rispettare le più elementari regole sulla sicurezza. Sul breve periodo, invece, se i tamponi devono diventare la regola in tempo di Covid, è bene ricordare che la priorità rimane la difesa della salute di tutti”.

Chi guida la scuola italiana avrebbe in mente un disegno per meglio fronteggiare la pandemia con gli alunni in presenza. Il piano, prevede che il primo giorno di ritorno in classe “tutti gli studenti, bambini di nidi e materne comprese, dovranno essere sottoposti a tampone rapido. Un test che dovrà essere ripetuto ogni settimana. In caso di positività si procederà con il tampone molecolare a tutta la classe. Oltre al monitoraggio costante della possibile diffusione del virus tra gli studenti, l’obiettivo sarà quello di terminare le vaccinazioni dei docenti”.

Vaccinazioni e gap territoriali

Dalle ultime rilevazioni su vaccini somministrati, “Lazio, Puglia e Campania sono tra le Regioni più avanti nella somministrazione agli insegnanti con una media di 90 mila persone che hanno ricevuto almeno la prima dose, mentre i piani di Liguria, Sardegna e Calabria sono fermi a numeri ancora troppo bassi, con una quantità di dosi che non supera quota 7 mila. Nonostante il gap territoriale l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo sembra mostrarsi ottimista su un obiettivo imminente: “La campagna vaccinale sta andando avanti molto bene, contiamo di raggiungere la stragrande maggioranza del corpo docente e non docente subito dopo Pasqua»”.

L’intenzione, conferma Orizzonte Scuola, è quella di effettuare “tamponi per tutti gli studenti il primo giorno di lezioni in presenza da ripetere ogni settimana”. Secondo la testata specializzata alcuni indizi per comprendere l’idea del Ministro Bianchi si trovano all’interno del decreto sostegni, come lo stesso Bianchi ha confermato nel corso del Question time del 24 marzo: “Con il decreto-legge Sostegni, ha detto il Ministro Bianchi, abbiamo stanziato, come ricordato, le necessarie risorse – 150 milioni – per l’acquisto di ulteriori dispositivi di protezione e materiali per l’igiene individuale e degli ambienti, per la predisposizione di presidi medico – sanitari di supporto all’attività di somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica e all’espletamento del contact tracing per il più efficace e tempestivo raccordo con i Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali”.

“Adesso – dichiara Anief -bisogna però mettere nero su bianco e capire nello specifico come agire e organizzare il tutto: sarà una gestione statale in raccordo con gli Enti locali oppure, come per il vaccino del personale scolastico, l’organizzazione sarà di natura regionale?

Ricordiamo che il rientro in classe si deve attuare necessariamente in un contesto di massima sicurezza, sicuramente attuando dei monitoraggi continui di tutti coloro che stanno a scuola, realizzando anche un maggior dialogo tra le scuole e le aziende sanitarie pubbliche, ma anche facendo finalmente chiarezza sulle vaccinazioni e sui possibili effetti collaterali, anche riguardo a chi si è fatto inoculare la prima dose e ora è in attesa della seconda. Sul lungo periodo, inoltre, è indispensabile che le classi siano meno numerose, gli spazi interni delle scuole siano più ampi e i trasporti per arrivarvi siano potenziati, così da evitare che la sicurezza garantita negli edifici scolastici possa essere vanificata dai contagi verificatisi sui mezzi pubblici”.
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