Sul vaccino anti Covid19, il Governo vuole accelerare: si punta alla dose unica per vaccinare due milioni in più di italiani. L’intenzione è stata espressa durante il confronto tenuto oggi tra alcuni ministri, rappresentanti degli enti locali, il nuovo commissario all’emergenza, Francesco Figliuolo, e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Si starebbe prendendo in considerazione di allargare la somministrazione del vaccino AstraZeneca a chi ha più di 65 anni, come è stato fatto in Germania. Il sindacato Anief ricorda che si tratta di decine di migliaia di insegnanti e lavoratori amministrativi, tecnici, ausiliari, dirigenti scolastici e Dsga, che paradossalmente avrebbero la precedenza ma sono costretti ad attendere e a mettere a repentaglio la loro salute.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “gli over 65 sono dipendenti dello Stato che necessitano di particolare attenzione, spesso risultano in uno stato di fragilità che però non li esenta dalla presenza a scuola. Bisogna fare in fretta a tutelarli con il vaccino, perché i contagi sono purtroppo in crescita e dagli ultimi dati epidemiologici risulta che le scuole sono tra i luoghi più a rischio”.
Accelerare sulla somministrazione dei vaccini che prevengono i contagi da coronavirus: è l’intenzione comune che emerge dall’incontro odierno tra i ministri di competenza, i presidenti di Regione, i rappresentanti dei Comuni e delle Province, il nuovo commissario all’emergenza, generale Francesco Figliuolo, e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. L’obiettivo comune, scrive la stampa specializzata, è “ottimizzare la campagna di somministrazioni, centralizzando e uniformando le scelte sulle categorie da vaccinare”, con la nuova strategia di gestione che “prenderebbe in considerazione il modello britannico della dose unica di vaccino. Utilizzo dunque anche delle scorte destinate ai richiami, nell’attesa che arrivi il via libera dell’Ema al vaccino monodose Johnson&Johnson (il comitato dell’Agenzia europea del farmaco si riunirà l’11 marzo). L’obiettivo è due milioni di vaccinati in più”.

I NODI DA SCIOGLIERE
Sul tavolo anche la possibilità di poter estendere l’uso del vaccino AstraZeneca agli ‘over 65’, ma su
questo aspetto occorre il parere dell’Aifa. Anche se il via libera arrivato in Germania al vaccino Astrazeneca proprio a questa fascia di popolazione, potrebbe pesare anche sulle decisioni delle autorità italiane. Quello della mancata previsione delle di date di prenotazione per personale scolastico over 65 non è, purtroppo, l’unico problema da superare per le vaccinazioni del personale scolastico: dopo le denunce dell’Anief, anche Orizzonte Scuola rileva che “manca la previsione di un permesso speciale retribuito qualora la vaccinazione ricada in orario di lavoroi docenti in servizio in regioni in cui non hanno il medico di base non rientrano tra il personale inserito negli elenchi. Di quest’ultima problematica si è interessata anche la sottosegretaria Barbara Floridia che ha richiesto specifici chiarimenti al Ministero della Salute”.

LE RICHIESTE DEI PARLAMENTARI
Sempre la stampa specializzata parla di docenti e Ata “vicini alla pensione, ma non tali da potervi accedere secondo le leggi in materia pensionistica, a volte con qualche problema di salute”. Sono lavoratori che “vivono con particolare apprensione questa congiuntura: da un lato non viene mai meno il dovere di essere presenti e partecipi alla vita scolastica, dall’altro il rischio terza ondata sta portando numerose scuole al passaggio alla didattica a distanza, con un aumento dei casi di contagio nelle scuole”. A farsi portavoce della problematica è stato anche “l‘On. Manuel Tuzi (M5S) che ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dell’istruzione per chiedere i tempi di attivazione della campagna vaccinale anche per il personale scolastico over 65”.

LA DENUNCIA DEL SINDACATO
Al grave problema della mancata vaccinazione degli over 65 si aggiunge quello dell’obbligo di altre migliaia di insegnanti e dipendenti della scuola di spostarsi tra le Regioni per farsi somministrare lo stesso vaccino che distribuiscono dove prestano servizio, poiché non residenti e senza medico. Si chiede loro, infatti, di fare un viaggio interregionale in tempo di pandemia, palesemente rischioso come evidenziato dallo stesso nuovo Dpcm in vigore fino al 6 aprile prossimo. Con tanto di spese a loro carico e dopo essere stati pure sottoposti a lunghi e altrettanto immotivati vincoli di permanenza. Come rimane da risolvere il problema dell’esclusione dalle vaccinazioni dei tirocinanti di Scienze della Formazione Primaria e del TFA Sostegno, ma anche di altri operatori al momento ancora esclusi, seppure ogni giorno entrino nelle nostre scuole e svolgano il proprio lavoro ponendo se stessi e gli altri a rischio di contagio”.