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Scuola, i presidi sono contrari all’allungamento fino a giugno

felice paduano
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Sinora non c’è nulla di ufficiale, e nel Veneto l’ultimo giorno di scuola resta fissato al 5 giugno. La volontà di allungare il calendario scolastico sino alla fine del mese da parte del nuovo ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi resta nel novero delle proposte politiche, tra l’altro di difficile attuazione. Quasi tutti i presidi degli istituti superiori di Padova sostengono che non sarà per niente facile prorogare la chiusura dell’anno scolastico.

prof impegnati nella maturità

«Due sono i motivi di difficoltà – osserva il preside del Marchesi-Fusinato, Giuseppe Sozzo, reggente a Padova e titolare dell’Almerico da Schio a Vicenza – Non spetta al Miinistero, ma alle singole Regioni ogni tipo di decisione sul calendario scolastico. L’eventuale prolungamento poi dovrebbe fare i conti con la programmazione dell’esame di Maturità, già fissato al 16 giugno. Tutti i docenti esaminatori insegnano non solo nelle classi terminali ma anche in quelle intermedie. E quindi non sarebbe possibile per i docenti prestare servizio nelle commissioni esaminatrici e negli stessi giorni garantire le lezioni nelle altre classi, dove devono completare l’orario settimanale di lavoro».

Ma il dirigente del Marchesi infine individua anche un terzo motivo per il quale la scelta di prolungare l’anno scolastico sembra destinata a restare, almeno per quanto riguarda il Veneto, solo un progetto sulla carta: «Gli operatori turistici, sia nel Veneto che nel Meridione, dopo un lungo periodo in cui è ancora tutto bloccato attendono l’arrivo dell’estate come manna dal cielo – conclude il preside – Non credo proprio che Luca Zaia, di concerto con l’assessore competente Elena Donazzan, possa decidere di chiudere le scuole alla fine di giugno mettendosi contro tutti gli operatori della montagna e del litorale».

nessuna comunicazione da Roma

Anche il Provveditore è scettico: «Ai singoli uffici scolastici non è stato ancora comunicato niente – sottolinea Roberto Natale – Siamo solo nel campo delle proposte e del dibattito politico. Le stesse date degli esami di Stato, sia del primo che del secondo ciclo, non possono ancora essere considerate definitive. Diventeranno ufficiali solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio nazionale».

Anche i sindacati della scuola, sia quelli confederali che la Gilda, lo Snals, l’Anief ed i Cobas, stanno valutando l’ipotesi formulata dal nuovo ministro. Hanno già fatto sapere che, in base al contratto nazionale di lavoro, i docenti e gli Ata sono tenuti a lavorare sino alla fine di giugno, ma hanno anche sottolineato che negli istituti deve essere fatta anche la programmazione per gli scrutini delle singole classi e per i corsi di recupero, necessari per potenziare il bagaglio culturale degli studenti.

felice paduano

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