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“In Puglia la scuola non è più un obbligo”: i sindacati spiegano perché lunedì si sciopera

Aula scolastica

BARI- “Non si può continuare a chiedere ancora alla scuola un sacrificio” . “Bisogna porre fine alla didattica mista che crea enormi problemi al sistema scolastico pugliese”. “Il messaggio che sembra passare dalle ordinanze del presidente Emiliano è che in Puglia la scuola non è obbligatoria, se si decide di frequentare lo si può fare a rischio e pericolo personale”. Così uniti al completo CGIL, CISL e UIL Scuola, SNALS Confsal, FGU Gilda, ANIEF e ANP PUglia nella conferenza stampa che si è svolta nelle scorse ore e che ha annunciato la proclamazione dello sciopero generale per la prima ora di lezione di lunedì 22 febbraio.

Durante l’incontro è stata presentata la lettera che i segretari pugliesi hanno inviato a Draghi. La richiesta imprescindibile è quella della ripartenza in sicurezza.”È una crisi, quella della scuola, che nelle attuali contingenze del territorio pugliese ma anche di altri del nostro martoriato mezzogiorno, si sta però aggravando anche su altri decisivi versanti: quelli del suo prestigio sociale e della sua credibilità. Il governatore pugliese ha emanato disposizioni che prevedono -sostanzialmente -l’accollo del rischio stesso da parte delle famiglie le quali risultano, a norma di ordinanza, libere di poter imporre alle scuole la loro scelta di non far frequentare in presenza i loro figlioli e conseguentemente di richiedere alle scuole stesse di erogare a distanza il servizio scolastico; il tutto con l’ulteriore possibilità di cambiare in corso d’opera il verso di tale scelta. Ora, a parte l’evidente contrasto delle ordinanze pugliesi con le norme governative, si presentano e sono in atto a nostro avviso,qui in Puglia, due ordini di gravi problemi.

Il primo, è che le ordinanze pugliesi attuano una sorta di scarico di responsabilità in merito al rischio pandemico da parte della massima autorità regionale in materia sanitaria proprio su coloro che tale autorità dovrebbe tutelare, ossia i cittadini. Il secondo, che implica notevoli conseguenze negative proprio in tema di divari interni al sistema scolastico pugliese e, più in generale, fra questo e quello nazionale, è costituito dal fatto che la “libertà di scelta” inopinatamente devoluta alle famiglie scardina qualsiasi possibilità di ordinata e coerente organizzazione e svolgimento delle attività didattiche. L’attività didattica “mista”, così come si svolge in Puglia,inoltre: non è prevista da alcun ordinamento vigente; non può essere imposta alle scuole; non consente il rispetto delle norme in materia di sicurezza per lavoratori e studenti, in quanto li espone all’uso di videoterminali per tempi superiori a quelli consentiti dalla vigente normativa antinfortunistica

La scuola pugliese si trasforma, di fatto, in un servizio a scelta. Noi affermiamo che la scuola non è un assembramento qualsiasi, da scoraggiare e disperdere, ma un luogo di formazione e di crescita delle nuove generazioni, cui si accede nel rispetto della Costituzione che sancisce, da un lato, che tutti abbiano questa opportunità ma, dall’altro, che frequentare le scuole è un dovere.

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