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ITALIA

Diverse le posizioni

Scuola, dubbi sull'ipotesi di allungare il calendario per recuperare i giorni persi durante il Covid

A poco meno di 24 ore dall’incontro con il Presidente incaricato Mario Draghi, i sindacati sembrano non gradire, al momento, l'idea di proseguire le lezioni fino a giugno. Contrari anche i presidi e l'Associazione insegnanti

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La scuola è uno delle priorità del programma del governo Draghi. L’intenzione di allungare il calendario scolastico è trapelata ieri durante le consultazioni. È bastata questa ipotesi per agitare le acque tra i sindacati a poche ore dal loro incontro, previsto per domani con Draghi. Sì a recuperi mirati. Ma ci sono 220mila cattedre vuote . "Inutile protrarre le lezioni di un paio di settimane". Decisioni e organizzazioni alle singole scuole, che potrebbero già avere fondi e personale per gestirli, sul modello dei corsi di recupero che già si tengono a inizio settembre.
 
Cisl Scuola
“Rinnovare la scuola come un college lo voglio anch'io in Italia - dice Maddalena Gissi, Cisl Scuola- ma a Scampia e non ai Parioli, allo Zen e nella periferia milanese”. "Sul recupero non abbiamo problemi - prosegue Gissi - mentre allungare i calendari non è la soluzione del problema. In molti ordini di scuola si è lavorato continuamente, ci sono classi che non hanno perso nemmeno un giorno e anche chi ha dovuto interrompere per quarantene ed esigenze di carattere superiore ha continuato con la Dad; i ragazzi con maggiori difficoltà devono avere delle risposte e su questo non ci tireremo indietro. Ma bisogna capire con quali strumenti, strategie e tempi”.

Filc Cgil
Il piano di recupero va fatto dice, Francesco Sinopoli della Flc Cgil, ma non deve essere uguale per tutta Italia. “Le scuole – sottolinea Sinopoli- non sono chiuse, stanno funzionando. A me non convince la generalizzazione per cui si allunga l'anno scolastico per tutti. Le scuole devono valutare dove serve e dove no, certamente non devono essere le Regioni a prevederlo: questo comporterebbe ulteriori diseguaglianze. Il punto non è il calendario, ma consentire alle scuole di fare un piano di recupero dove serve".
 
Uil Scuola
Secondo Pino Turi, Uil Scuola, "certamente una singola azione scollegata da un contesto organico che metta in sicurezza la scuola costituzionale di questo Paese significa tornare ad una narrazione vacua e vuota che vorremmo fosse lasciata alle spalle", ma è bene attendere chiarimenti: "C'è la corsa ad interpretare e commentare indiscrezioni che andrebbero rese esplicite. Noi - spiega - vorremmo sottrarci a questo esercizio, tuttavia la Uil Scuola non ha mai rifiutato di confrontarsi nel merito di una proposta organica, che non ci sembra solo quella di allungare l'anno scolastico, che di per sè esprime solo una valutazione negativa sulla DAD che noi condividiamo: la vera scuola è quella in presenza e salvo la scuola secondaria di secondo grado funziona in presenza da settembre".

Gilda
Sulla stessa linea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: "Da insegnante trovo inutile protrarre le lezioni di un paio di settimane. A parte le difficoltà oggettive che comporterebbe, sia da un punto di vista organizzativo con gli esami di fine ciclo, sia da un punto di vista climatico, con edifici scolastici perlopiù inadeguati, un tale provvedimento si renderebbe inefficace rispetto al recupero degli apprendimenti da parte degli alunni. Piuttosto, risulterebbe più opportuno finanziare corsi di recupero individuali per gli studenti rimasti realmente indietro".
 
I presidi
"Qualche giorno in più si può anche fare ma non credo risolva il problema, mi sembra difficile andare oltre le due settimane in più che comunque non cambiano la vita". Così Antonello Giannelli, presidente Associazione nazionale Presidi a 24 Mattino di Simone Spetia su Radio 24."Bisogna tenere conto dei docenti che stanno lavorando senza interruzione dall'inizio dell'anno, non si deve pensare che siccome non si è stati fisicamente a scuola non si siano impegnate energie, sia da parte dei docenti che degli studenti". Giannelli specifica che "ci sono delle differenziazioni da fare, è importante capire scuola per scuola quali sono le carenze formative che si sono generate ed intervenire in modo mirato".
 
Anief scuola
Per l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, pensare ad un nuovo calendario scolastico, è inutile. La didattica a distanza è didattica a tutti gli effetti. "Pensare di allungare l'anno scolastico- dice  Marcello Pacifico, presidente Anief - per recuperare le carenze formative derivanti dal lockdown e dai problemi didattici che ha creato la pandemia non ci trova d'accordo: la didattica a distanza è stata regolarizzata e va considerata alla pari delle lezioni in presenza".