SCUOLA

Draghi: più potere ai presidi per avere tutti i docenti in cattedra a settembre. Ma sull’anno scolastico “extralarge” i sindacati dicono no

Il “dossier istruzione” del presidente incaricato ha già suscitato diverse reazioni (foto Ansa)

LEGGI ANCHE: Draghi ai partiti: rivedere il calendario scolastico per recuperare i numerosi giorni persi


di Valentina Roncati e Simona Tagliaventi


ROMA. Dare ai presidi il potere di assumere o preferire, per avere tutti i docenti in cattedra a settembre, il doppio canale, quello che l'allora ministro dell'Istruzione Mattarella scelse, ovvero i concorsi e il servizio? Il mondo della scuola accoglie con entusiasmo l'attenzione del premier incaricato Mario Draghi al 'dossier istruzione' e propone diverse soluzioni. La Cisl, con il segretario Maddalena Gissi, propone il 'doppio canale' per raccogliere l'invito di Draghi ai partiti a lavorare da subito perché i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico.

Il sindacato dei presidi (Anp), guidato da Antonello Giannelli invece, ricorda che sono 800mila i posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti. "Bisognerebbe assumere oltre 200mila docenti ed è fattibile se daremo alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita".

Per Francesco Sinopoli, a capo della Flc Cgil, "serve una procedura semplificata per l'assunzione dei precari, la conferma dell'organico Covid e un investimento sulla loro formazione: abbiamo da tempo una proposta chiara che siamo pronti ad avanzare". Anief ricorda il numero record di supplenze di quest'anno, e il numero impressionante di cattedre di sostegno vacanti: "la stipula di oltre 210mila contratti annuali, con altri ancora da realizzare, assunzioni limitate e a settembre in arrivo altri 35mila pensionamenti, è una circostanza che non può lasciare indifferenti", afferma Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato.

Più freddo il mondo della scuola rimane rispetto alla richiesta che Draghi avrebbe fatto ai gruppi parlamentari di "rimodulare il calendario scolastico" dell'anno in corso, per recuperare i "numerosi giorni persi". "Lo Stato deve investire per i recuperi e saranno le scuole poi a trovare le modalità adeguate ai propri bisogni specifici e ai gap eventualmente da recuperare", osserva Sinopoli. Il presidente di Anp Giannelli fa notare dal canto suo che "se si tratta di un prolungamento relativamente contenuto si può fare, ricordo che il mondo della scuola sta lavorando da settembre, non si può proseguire ad libitum".

Anche Gissi (Cisl) sembra contrariata: "Allungare a prescindere il calendario scolastico significa far credere che con la Dad la scuola ha scherzato. Siamo convinti che c'è bisogno di recuperare per tanti ragazzi che nono sono stati raggiunti dai docenti per motivi tecnici e per diversità di condizione socio-economica, E' chiaro che per questi casi saranno gli stessi professori ad attivare iniziative di recupero".













Scuola & Ricerca

In primo piano