Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del presidente dell’associazione Scuola è Vita, Pietro Lamorte, e indirizzata al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Da tempo Lamorte si è detto contrario alla scelta di lasciare la libera scelta agli studenti sulla possibilità di seguire o meno in presenza le lezioni. Ecco la sua nota:

«Carissimo Presidente,

l’aggettivo carissimo può sembrare retorico, visto che mi accingo a rivolgerle gravi accuse sulla gestione della scuola pugliese, ed invece non lo è. Lei è carissimo perché costosissimo, troppo alto il prezzo che tutta la popolazione scolastica ha dovuto pagare a causa delle sue ordinanze scellerate. La sua cervellotica invenzione della didattica a scelta familiare, caso unico in Italia, ha minato le fondamenta di tutto il sistema scolastico.

Finalmente se ne sono accorti anche i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda e le associazioni Anief e Anp Puglia, che nei giorni scorsi hanno predisposto un ordine nel giorno da inviare a tutti i 635 consigli di istituto delle scuole della Puglia, nel quale sostanzialmente la invitano a smetterla con le sue ordinanze. Faccio mie le parole del rappresentante dei presidi, Roberto Romito, “Frequentare le scuole è un dovere e la frequentazione non può che avvenire con le regole della scuola. La libertà di scelta pugliese offende gravemente la dignità delle scuole, riducendole a parcheggio, calpesta la loro autonomia organizzativa e svilisce il duro impegno di dirigenti e insegnanti”.

Forse riuscirà a portare a termine la sua opera di sabotaggio di questo anno scolastico, sarebbe una bomba atomica su una generazione, e i danni più gravi, quelli subdoli, saranno ancora più evidenti nei prossimi anni. Il suo, però, sarebbe un delitto imperfetto, portato a termine senza vergogna ma soprattutto senza alibi. Il suo accanimento sfacciato contro la scuola, nasconde un unico movente, una estenuante “legittima difesa”, l’unico modo per salvarsi la vita, quella politica, quella difesa con i denti, e con le lingue, dai tanti servi sciocchi che la circondano.

Ci tiene così tanto che le scuole non riaprano, che docenti e studenti restino rinchiusi in casa, che tutto rimanga maledettamente fermo, solo perché riaprire metterebbe in evidenza la imbarazzante disorganizzazione del governo regionale. Mi è venuta in mente, a tale proposito, una puntuale e coraggiosa analisi di Annarita Digiorgio, pubblicata
su HuffintonPost.it l’8 dicembre scorso, che non mi risulta sia stata mai smentita né da lei, né dal suo fido scienziato più scienziato del mondo Pier Luigi Lopalco. Da qui nascono le mie 3 domande finali, che hanno una unica risposta credibile, le sue dimissioni.

1. Mentre Lopalco chiedeva di chiudere le scuole perché, tenendole aperte, saltava il tracciamento, è vero che il Consiglio dei Ministri, in data 6 novembre, aveva messo in mora la Regione Puglia, che non aveva assunto nessuno dei 133 tracciatori messi a disposizione dalla Protezione Civile per la Puglia?

2. Quando è partito, se è mai partito, il tracciamento con i tamponi antigenici messi a disposizione dal commissario Arcuri (30 milioni di euro per 150 mila test al giorno) da effettuare presso gli studi dei medici di famiglia entro il 31 dicembre scorso?

3. E’ vero che il 28 novembre scorso la Procura di Bari ha aperto una indagine sulla gestione della seconda ondata Covid in Puglia, e il mancato adeguamento dei traporti pubblici, per esempio, potrebbe trasformarsi da errore di valutazione in reato penale?

Le sono già grato se mi ha letto fin qui, le sarò ancora più grato se vorrà rispondere alle mie domande. Non sottovaluti, però, il mio suggerimento, si dimetta. Così anche il bambino più svogliato, si metterebbe a studiare il latino, per il solo gusto di dedicarle un pensiero
dotto: Mors tua vita mea».