Superiori, si torna in classe: ma 7 studenti su 10 sono rimasti a casa. Bus semivuoti e proteste: «Ordinanze regionali, così è il caos»

Superiori, si torna in classe: ma 7 studenti su 10 sono rimasti a casa. Bus semivuoti e proteste: «Ordinanze regionali, così è il caos»
di Paola COLACI
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Domenica 31 Gennaio 2021, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 11:14

Scuole superiori, niente aule piene oggi, per il ritorno in classe degli studenti. Niente doppi turni di lezione, bus affollati e assembramenti alle fermate. All'appello dei docenti in tutti gli istituti superiori della regione hanno risposto in presenza solo poche decine di studenti. In media 20 alunni su 100, su base regionale. E circa 3 su 10 negli istituti superiori delle province di Lecce e Brindisi. A Taranto, invece, a tornare tra i banchi sono stati circa 2 alunni su 10. Tutti gli altri hanno proseguito ancora a casa con la Ddi (Didattica digitale integrata).


La maggior parte delle famiglie pugliesi ha, infatti, scelto di sfruttare l'opzione prevista dall'ultima ordinanza regionale del governatore Michele Emiliano. Quella che da oggi e sino a sabato 6 febbraio, nei fatti, replica il modello di didattica mista già applicato alle elementari e alle medie. E garantisce anche agli studenti delle superiori la possibilità di chiedere la Ddi quale alternativa alle lezioni in presenza. Un sistema flessibile che dirigenti scolastici e sindacati continuano a contestare, denunciando il rischio di caos e inefficienze. E annunciano mobilitazioni e azioni di forza già nei prossimi giorni. «I 635 consigli di istituto pugliesi ci sostengano nella battaglia» hanno rimarcato nei giorni scorsi i vertici regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda e delle associazioni Anief e Anp Puglia, inviando ai Consigli d'Istituto un ordine del giorno da adottare per chiedere, appunto, la cessazione delle ordinanze regionali.

Consigli di Istituto che dovrebbero riunirsi nelle prossime ore.


Nei giorni scorsi, intanto, ogni scuola è stata chiamata a riorganizzare l'orario delle lezioni, alternando alla Ddi gli insegnamenti in presenza. E già oggi centinaia di docenti sono stati costretti a dividersi tra didattica in presenza e lezioni in webcam, a distanza, per gli studenti che hanno deciso di restare a casa. E non sono pochi, a dare un'occhiata ai numeri delle richieste recapitate alle scuole.

 


A partire dalle scuole di Lecce, le cui porte si sono aperte per poche centinaia di studenti. Nel migliore dei casi - trend che si registra soprattutto nei licei - a tornare a scuola è stata una decina di studenti per classe. I docenti di istituti tecnici e professionali, invece, si sono ritrovati a fare lezione con uno o due studenti per classe. Stesso andamento delle presenze confermato anche nelle scuole superiori della provincia. E classi vuote soprattutto negli istituti in cui il numero di studenti pendolari è più alto. «I dati della vigilia sembrano confermati - torna a intervenire sulla questione il presidente di Anp (Associazione nazionale prèsidi) della provincia di Lecce Giovanni Casarano -. E' tornato in classe nel Salento circa il 30% degli studenti». Stessa percentuale di presenze calcolata già nei giorni scorsi e confermata dalla Prefettura e dalla referente provinciale di Anp Clara Carmela Bianco anche in provincia di Brindisi.

A Taranto, ancora, a optare per Ddi è stato il 79,6% degli studenti delle scuole superiori «con particolare incidenza sulla quota di studenti che utilizzano il trasporto pubblico extraurbano» ha precisato la Prefettura sulla base dei numeri comunicati dall'Ufficio scolastico provinciale. E anche in questo caso, a optare per le lezioni da casa sono stati soprattutto gli studenti pendolari. Una scelta dettata dal timore di assembramenti sui mezzi, di un aumento del rischio di contagi e di eventuali disagi legati al sistema di trasporto scolastico? Stando ai numeri, sembrerebbe proprio di sì.


Eppure già dall'inizio di dicembre le Prefetture, di concerto con la Regione, le Province, i Comuni, gli Uffici scolastici provinciali e le aziende di trasporto locale, hanno lavorato a stilare nuovi piani di trasporto scolastico che prevedono potenziamenti con mezzi bis delle linee più affollate e garantiscono ai vettori la possibilità di rivolgersi ai privati per il noleggio di bus e Ncc in grado di garantire le corse aggiuntive. Mezzi che avrebbero dovuto viaggiare al 50% della capienza e che questa mattina hanno acceso i motori in provincia di Lecce: in aggiunta ai 140 bus di Stp, infatti, era previsto scendessero in strada anche 15 bus privati. Stesso scenario anche a Brindisi dove ad affiancare i 100 mezzi di Stp erano disponibili ulteriori 10 mezzi Ncc. E almeno altri 5 avrebbero dovuto scendere in strada a Taranto.

A bordo dei bus di Stp, Fse e delle società aderenti al Cotrap questa mattina, però, sono salite solo poche decine di studenti. E in molti casi i mezzi hanno viaggiato semi-vuoti. Stesso copione anche a bordo dei pullman aggiuntivi delle aziende private con le quali le Stp di Lecce e Brindisi nei giorni scorsi avevano sottoscritto contratti di noleggio proprio al fine di potenziare linee e corse. Nessun disagio anche a terra, alle fermate. I servizi di controllo anti-assembramento affidati dai Comuni agli agenti di polizia municipale, alla protezione civile e ai volontari di numerose associazioni hanno garantito il rispetto delle misure di sicurezza durante le fasi di salita e discesa degli studenti dai mezzi. A partire dal distanziamento.

Previsti, inoltre, controlli anti-assembramento alle fermate, affidati alle polizie municipali, alla Protezione civile e ai volontari. Controlli che, almeno per ora, non sembra siano serviti a granché. 

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