Entro mercoledì prossimo, 27 gennaio, una parte dei supplenti docenti e Ata Covid si vedranno finalmente accreditato lo stipendio: lo ha comunicato l’amministrazione scolastica con avviso su NoiPA. L’emissione speciale del 25, spiega la stampa specializzata, riguarda tutti i pagamenti autorizzati entro le ore 16 del 21 gennaio. Alcuni di loro hanno avuto già la possibilità di “vedere il cedolino stipendiale con il dettaglio delle voci”. E qui sta l’amara sorpresa: “hanno scoperto un importo più basso dello stipendio”. Anief però rileva che per tutto il personale precario assunto nell’organico Covid, come per tutti i supplenti temporanei, permane il vulnus del mancato riconoscimento della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio: una mancanza che costa a ogni docente supplente Covid o temporaneo ben 174,50 euro in meno al mese e 64,50 euro se collocato nel profilo Ata.
Marcello Pacifico, presidente Anief: “Andare a infierire sulle condizioni economiche dei docenti e Ata, fermi allo stipendio base e alle prese spesso con spese aggiuntive non indifferenti perché operano lontano da casa, è un’operazione che si commenta da sola. Per quanto ci riguarda, siamo pronti ad attuare una procedura di diffida e messa in mora verso l’amministrazione attraverso le nostre sedi territoriali a cui si possono rivolgere i precari in organico Covid e temporanei a cui si applica lo stipendio ridotto in modo illegittimo. Su queste azioni, già avviate per i supplenti brevi, sono tantissime le sentenze con esito favorevole che l’Anief ha ottenuto per i propri iscritti”.

Non c’è pace per i supplenti docenti e Ata cosiddetti Covid, oltre che temporanei: dopo la lunga attesa, il loro stipendio sta per essere finalmente accreditato ma la consistenza è ridotta. E nemmeno di poco. “La causa dell’importo più basso – spiega Orizzonte Scuola – sono le trattenute fiscali: in alcuni casi si superano le 250 euro” al mese: una cifra importante, che a fine anno scolastico sottrarrà ad ogni supplente più di uno stipendio complessivo.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda all’amministrazione che “eliminare le voci stipendiali accessorie dei suoi dipendenti pubblici è un’ingiustizia che il sindacato non può assolutamente accettare: un lavoratore supplente deve sottostare agli stessi oneri, ma ha anche i medesimi diritti del collega di ruolo. Lo dice la Costituzione, lo dice la Commissione europea. Il tempo delle vessazioni è finito”.