BARI - «Nel caos istituzionale di un Paese frantumato, c'è una sola certezza: in Puglia la scuola continua ad essere un "servizio a domanda"».

Lo dichiarano in una nota congiunta i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals Confsal, Fgu e Anief, commentando l’ultima ordinanza con la quale la Regione ha prorogato la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e la frequenza in presenza per le scuole dell’infanzia e per quelle del primo ciclo, ma per quest’ultimo le famiglie potranno optare per la didattica digitale integrata, chiedendone l'attivazione alle scuole. I sindacati annunciano quindi «iniziative di mobilitazione».

«Denunciamo ancora una volta - dicono - un modello dal dubbio profilo costituzionale e dagli effetti devastanti sul piano didattico e pedagogico. Ormai la misura è colma: non si può scaricare sulle scuole l’incapacità del Governo di fare sintesi nel dialogo con le Regioni. Siamo stanchi di assistere ad una Babele di scelte in merito alla riapertura delle scuole che prefigura un chiaro e preoccupante scenario di autonomia differenziata».

«Notiamo con preoccupazione - spiegano i sindacati - che in questa ordinanza è totalmente scomparso il riferimento al piano sanitario per la riapertura in sicurezza in cui si prevedeva l'istituzione di un operatore sanitario in ogni scuola, lo screening periodico del personale scolastico e l’avvio della campagna di vaccinazione per il personale scolastico in via prioritaria nella fase 2».

Per elementari e medie «dopo appena una settimana, si ritorna di nuovo alla didattica in presenza con facoltà di scelta da parte delle famiglie di tenere i figli a casa» e per le superiori l’ordinanza «si differenzia da quanto disposto nel Dpcm che prevede la didattica in presenza almeno al 50%», con il rischio di «determinare una sperequazione dei livelli di formazione e apprendimento degli alunni pugliesi soprattutto in vista degli esami di Stato, con ulteriori conseguenze in merito alla dispersione scolastica».

UIL: «EMILIANO DECIDE DI NON DECIDERE» - «Se da una parte l’assessore alla sanità, Pier Luigi Lopalco, frena, dall’altra gli assessori all’istruzione e ai trasporti, Leo e Maurodinoia, riferiscono che è tutto pronto per far ripartire la scuola. Intanto, il presidente Emiliano fa sintesi con mezze misure e con modalità, ancora una volta, inverse rispetto all’ordinanza precedente e che non convincono». Secondo il segretario generale della UIL Scuola Puglia, Gianni Verga, è ancora negativo il giudizio sull'ordinanza regionale e in generale sulla strategia della Regione Puglia rispetto all’organizzazione del sistema scuola in questo periodo emergenziale.

«Non si può continuare - aggiunge - a cambiare dalla sera alla mattina l’organizzazione scolastica. Il sistema misto di frequenza con la didattica digitale integrata, avallato anche da un contratto nazionale che la Uil Scuola non ha firmato, sta mostrando tutti i propri limiti e sta mettendo a dura prova il personale docente, così come è evidente che con le attuali percentuali di contagio non sia sicuro tornare alla scuola in presenza: ecco perché continuano a destare forte perplessità queste repentine e sottili inversioni di decisioni: la settimana scorsa la scuola del primo ciclo era al 100% a distanza, la prossima settimana sarà al 100% in presenza, ma in entrambi i casi sono sempre le famiglie a decidere. Ancora decisioni con mezze misure, oltre che assenza di decisioni per la scuola dell’infanzia, mentre su altri tavoli regionali si discute del segmento 0-6 anni».

«Se la scuola riparte - chiosa Verga - riparte il Paese. E' vero, ma è importante il modo nel quale ripartirà. I ritardi che si sono accumulati scontano anche il prezzo delle maggiori restrizioni poste in essere dalla regione Puglia. Per questo siamo molto preoccupati. Chiediamo certezze sulla sicurezza di scuole e lavoratori. Il personale scolastico va tutelato e la tutela della salute riteniamo non possa essere delegata alle famiglie. Chiediamo un’accelerazione per il piano sanità-scuola, annunciato dall’assessore Lopalco, che contiene quelle misure che da mesi chiediamo, ovvero presidi sanitari, tamponi veloci e tempi certi sui vaccini».

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