9 dicembre 2020 - 23:58

In Italia la depressione non è uguale per tutti e con la pandemia aumenta

Domani a Firenze l’ultima tappa del progetto «Uscire dall’ombra della depressione»: tante differenze regionali nell’accesso alle cure. Il 20 per cento dei pazienti con Covid entro 90 giorni dall’infezione va incontro a disturbi psichici

di Elena Meli

In Italia la depressione non è uguale per tutti e con la pandemia aumenta
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Un viaggio nell’Italia della depressione, per capire quanto colpisce la malattia nelle diverse Regioni e come viene affrontata nel nostro Paese: il percorso di sensibilizzazione «Uscire dall’ombra della depressione» di Fondazione Onda, con il patrocinio della Società Italiana di Psichiatria, della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, di Cittadinanzattiva e di Progetto Itaca, e con il supporto non condizionato di Janssen arriva domani a Firenze per l’ultima tappa prevista per il 2020, dopo aver toccato altre dieci città in altrettante Regioni. Proseguirà tuttavia nel 2021, perché con la pandemia il benessere mentale degli italiani, già precario, è diventato ancora più fragile.

Depressione e Covid-19

Il progetto è partito a metà gennaio scorso, quando il Covid-19 non era ancora una minaccia concreta, dopo la pubblicazione nel 2019 del Manifesto «Uscire dall’ombra della depressione» e del relativo Libro Bianco: con undici tavole rotonde in altrettante Regioni, durante tutto il 2020 il progetto ha valutato l’impatto della depressione nelle varie realtà italiane cercando soprattutto di offrire soluzioni e delineare proposte concrete per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate. Se però a inizio 2020 si stimavano tre milioni di pazienti (di cui due milioni donne), la pandemia ha peggiorato la situazione aumentando il malessere mentale: nei prossimi mesi si prevedono almeno 150mila casi di depressione in più perché come spiega Claudio Mencacci, presidente del Comitato Scientifico Fondazione Onda e della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, «L’isolamento sociale favorisce la comparsa della depressione, soprattutto negli anziani. Un recente studio ha dimostrato che la solitudine attiva nel cervello meccanismi simili a quelli della fame: abbiamo bisogno degli altri, senza soffriamo enormemente. Inoltre, è stato anche dimostrato che circa il 20 per cento dei pazienti con Covid-19 entro 90 giorni dall’infezione va incontro a disturbi psichici, fra cui soprattutto ansia e depressione. I tempi sono incerti e non riusciamo più a programmare, a desiderare: si sta condensando e/o esasperando un malessere mentale sempre più ampio».

Solo una persona su quattro riceve cure tempestive

Il percorso di incontri nelle varie Regioni è stato testimone del peggioramento della salute mentale nel Paese ed è servito anche per toccare con mano i numeri della depressione nelle diverse realtà italiane. Come infatti specifica Mencacci «Le impostazioni di diagnosi e cura sono clinicamente e scientificamente omogenee in tutta Italia, ma ci sono diseguaglianze evidenti nell’accesso effettivo alle terapie che dipendono da differenze negli investimenti sulla salute mentale e nelle modalità di organizzazione dei servizi sul territorio». Considerando che solo una persona su quattro riceve terapie tempestive e appropriate e una su tre non risponde ai trattamenti (con numeri che vanno dai 4mila pazienti con depressione resistente in Sardegna e Calabria fino ai 21mila della Lombardia, i 12.500 della Toscana o gli 11mila di Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna), c’è ancora molto da fare per uscire davvero dall’ombra della depressione. Anche per questo il progetto proseguirà nel 2021, nonostante già siano stati ottenuti buoni risultati a livello regionale e nazionale, fra cui l’approvazione di un emendamento al Decreto Lex Rilancio che consente di aumentare l’organico del Servizio Sanitario per fornire supporto psicologico alle persone colpite da Covid 19, l’impegno della Commissione Igiene e Sanità del Senato a promuovere un’evoluzione dei LEA con focus sulla prevenzione della depressione, la realizzazione di un seminario con alcuni dei partecipanti alle tavole rotonde regionali prima della prossima conferenza nazionale sulla salute mentale di maggio 2021, la creazione di un tavolo di lavoro in Lombardia per produrre Raccomandazioni per un percorso omogeneo di presa in carico dei pazienti con depressione da parte del medico di famiglia e dei Dipartimenti di Salute Mentale. L’obiettivo è mantenere accesi i riflettori, ora più che mai, su una malattia che più di altre può compromettere la ripartenza del Paese dopo la pandemia: se la depressione toglie il desiderio del futuro, nessun futuro sarà possibile.

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