"La scuola precaria è un male per il Paese". Questo il messaggio lanciato al Governo dal
presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. "Nella
Legge di Bilancio il tema fondamentale che abbiamo voluto affrontare è quello del precariato. Una problematica – spiega Pacifico – ad oggi ancora non risolta. Bisogna, infatti, ricordare che i concorsi straordinari previsti dalla Legge 159/2019, come i concorsi riservati previsti dalla Legge 107, non hanno risolto il problema del precariato".
Nell'anno in cui si è raggiunto il record di
oltre 60mila cattedre andate a vuoto, "l'Anief – sottolinea il leader del sindacato – continua a ribadire la necessità di riaprire le
graduatorie a esaurimento e permettere a tutto il personale abilitato di potersi inserire annualmente in quel doppio canale di reclutamento utile per dare i ruoli. Contestualmente – prosegue Pacifico – è necessario prevedere dei corsi abilitanti aperti a tutti coloro che vogliono prendere l'abilitazione alla specializzazione sul sostegno".
Se il Governo non deciderà di seguire questa strada, la proposta del sindacato – afferma il presidente dell'Anief – "è quella di trasformare il concorso straordinario in una procedura che ordinariamente porti i precari con 36 mesi di servizio a inserirsi in quelle graduatorie che vanno a sostituire le GAE per essere assunti nei ruoli".
Anief – come ha ricordato Pacifico – ha presentato un
reclamo al Consiglio d'Europa, il cui esito è atteso per gennaio. "Chiediamo – spiega il sindacalista – di condannare lo Stato italiano perché da diversi anni non è più aperto l'accesso al doppio canale di reclutamento per i precari. Non chiediamo sanatorie ma di riconoscere, e non disperdere, quelle professionalità che ogni mese, anche in tempo di Covid, garantiscono il diritto all'istruzione ai nostri figli. E questo anche in assenza di quella card che noi chiediamo con un emendamento specifico di attribuire a tutto il personale. Non è giusto che i precari, pari a un docente su 5, debbano acquistare a spese proprie gli strumenti necessari a garantire il diritto all'istruzione".
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