20 ottobre 2020 - 18:36

Sul Corriere Salute: disturbi organici che mettono ansia

Quando lo stato ansioso è correlato a problemi fisici di solito si manifesta in modo acuto. Da non sottovalutare anche l’influenza di alcuni farmaci. Se ne parla nell’inserto in edicola giovedì, gratis col Corriere della Sera

di Danilo di Diodoro

Sul Corriere Salute: disturbi organici che mettono ansia
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Pubblichiamo in anteprima parte di un articolo del nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 22 ottobre oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

La parola «ansia» fa immediatamente pensare a un fenomeno puramente psicologico, eppure esistono forme di questo disturbo che sono invece dovute a cause puramente fisiche. Può trattarsi sia di ansia acuta sia cronica, ed è importante individuarne le cause, perché bisogna cercare di rimuoverle. «In effetti esistono diversi disturbi fisici che possono generare uno stato di ansia acuta» spiega Luigi Grassi, Ordinario di Psichiatria dell’Università di Ferrara e presidente della Società di Psichiatria di consultazione affiliata alla Società Italiana di Psichiatria. «Queste forme di ansia nella classificazione psichiatrica sono inquadrate nel termine “Disturbo d’ansia dovuto a una condizione medica”. Dipendono principalmente da problemi endocrini, come ipertiroidismo, ipoglicemia o iperattività della corteccia surrenale, oppure da malattie cardiovascolari, come ad esempio infarto del miocardio, insufficienza cardiaca o aritmie, oppure ancora da malattie respiratorie, quali asma o broncopolmoniti. Tutte condizioni che possono comportare una condizione di ansia acuta. Quando si protraggono anche lo stato di ansia si protrae, specie nei momenti in cui vi siano recrudescenze della malattia fisica».

Poi risposte di tipo ansioso possono comparire anche in tutte le condizioni mediche che implicano una minaccia per la vita di una persona fra cui l’infarto del miocardio o, più di recente, l’avere contratto il Covid-19. Lo stesso vale per patologie croniche, come la sclerosi multipla, il diabete o le patologie intestinali infiammatorie, le patologie oncologiche o l’infezione da Hiv. «L’ansia in questi casi è correlata alla paura di aggravamento della malattia o al suo impatto negativo sulle relazioni sociali e sulla qualità della vita». In altri casi l’ansia può essere invece generata dall’uso di farmaci oppure di sostanze che fanno sentire la loro azione a livello psichico. Nella classificazione psichiatrica attuale, sono condizioni che rientrano nel cosiddetto «Disturbo d’ansia indotto da uso o sospensione di sostanze o farmaci». «In genere è l’intossicazione a determinare risposte di ansia acuta» spiega Grassi. «Può trattarsi di caffeina, alcol, oppioidi o cannabis, di sostanze stimolanti, come cocaina o anfetamine. Ma è anche nel momento in cui si sospende l’assunzione di tali sostanze che può comparire ansia, come manifestazione di uno stato di astinenza. Vi sono poi stati d’ansia indotti dai farmaci utilizzati per trattare malattie fisiche: ormoni tiroidei o farmaci cortisonici, anti-ipertensivi, antalgici, insulina, broncodilatatori o antiparkinsoniani. Un’importante reazione d’ansia può generarsi anche quando si riduce o interrompe l’assunzione di benzodiazepine, farmaci ansiolitici spesso impiegati in maniera errata, ad esempio per un’assunzione per lunghi periodi di tempo o a dosi elevate, così che al momento della sospensione compaiono stati di ansia acuta simili all’astinenza».

Potete continuare a leggere l’articolo sul Corriere Salute in edicola gratis giovedì 22 ottobre oppure in Pdf sulla Digital Edition del Corriere della Sera.

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